La piccola comunità di Pannarano, in provincia di Benevento al confine con quella di Avellino, è stata sconvolta da un evento di inaudita violenza. Nella tarda serata di ieri, Benito Miarelli, 57 anni, ha brutalmente ucciso il fratello Annibale, di 68 anni, decapitandolo nel sonno con un’arma da taglio e gettando poi la testa sull’asfalto di via Piano, all’ingresso del paese.
L’omicida, presumibilmente dopo l’ennesima lite con il fratello, ha atteso che Annibale andasse a letto prima di entrare nella sua stanza e colpirlo a morte mentre dormiva. Dopo l’atroce delitto, Benito si è recato da un vicino, chiedendogli di chiamare i carabinieri. Gli agenti, giunti sul posto, hanno trovato Benito nel cortile della propria abitazione con la testa del fratello tra le mani sotto shock per l’accaduto. Il corpo della vittima è stato rinvenuto all’interno della camera da letto dell’abitazione con accanto un’ascia, utilizzata dal fratello per compiere l’efferato delitto. L’uomo era in stato di evidente confusione e i carabinieri lo hanno fermato, portandolo alla caserma di Montesarchio dove veniva dichiarato in stato di arresto e condotto presso la casa circondariale di Benevento. La salma del fratello è stata trasportata all’obitorio dell’ospedale San Pio di Benevento dove nei prossimi giorni, per come disposto dall’Autorità Giudiziaria, verrà eseguito l’esame autoptico. Restano sotto sequestro l’abitazione teatro dell’evento e l’arma rinvenuta nel corso dei sopralluoghi, così come rimangono da chiarire i motivi che hanno spinto l’arrestato a compiere un gesto così drammatico.
La vittima e il contesto familiare
Annibale Miarelli, un ex operaio in pensione, aveva deciso di trascorrere gli anni della pensione a Pannarano, il suo paese d’origine, dove si era trasferito circa sei mesi fa dopo la morte della moglie. Lì viveva nella casa paterna con il fratello Benito, che non era sposato. La scelta di Annibale di ritornare ai luoghi dell’infanzia era stata dettata dal desiderio di ritrovare un po’ di serenità dopo il lutto per la perdita del figlio, avvenuta dieci anni prima, e della moglie. Tuttavia, la convivenza tra i due fratelli non era affatto serena. Benito Miarelli aveva manifestato segni di disagio psicologico, spesso andando in escandescenze, forse a causa dell’abuso di alcol. L’uomo era noto ai servizi sociali del comune sannita ed era seguito dagli assistenti del Comune. Nonostante il suo carattere difficile, nessuno in paese avrebbe mai immaginato che potesse compiere un gesto così estremo.
Le indagini e le reazioni della comunità
La Procura della Repubblica ha subito aperto un’inchiesta sull’omicidio. Benito Miarelli è stato trasferito al carcere di Benevento, dove durante l’interrogatorio ha confessato l’omicidio. La notizia ha sconvolto la comunità di Pannarano, composta da meno di duemila abitanti, che si è trovata di fronte a una tragedia senza precedenti. “Non ci sono parole per quanto accaduto,” ha dichiarato ad Anteprima24.it il sindaco di Pannarano, Antonio Iavarone. “Come amministrazione e come comunità siamo vicini ai familiari colpiti da questa tragedia. L’intera comunità è sgomenta e incredula di fronte al dramma che ha colpito una famiglia di brave persone. Benito Miarelli era seguito dai servizi sociali ma non ci saremmo mai aspettati una cosa del genere”. La vicenda ha gettato un’ombra di incredulità e sgomento su un paese che fino ad ora era stato teatro solo di piccoli episodi di criminalità. Pannarano, infatti, è stato sempre considerato un luogo tranquillo, con l’eccezione di una brutta storia di abusi su un disabile emersa nel 2011. Questo drammatico episodio solleva importanti interrogativi sulla gestione del disagio psicologico nelle piccole comunità e sulla necessità di un supporto sociale più efficace per prevenire tragedie simili in futuro.