“Amarcord e non nostalgia”. Così aveva sintetizzato il sindaco Mastella l’invito a partecipare all’incontro tenutosi questa mattina al Teatro Comunale del primo cittadino beneventano e i due ex Presidenti della Camera, Fausto Bertinotti e Pier Ferdinando Casini, quest’ultimo per presentare il suo libro ‘C’era una volta la politica’. La mattinata è trascorsa in modo davvero piacevole con i tre uomini politici, perfettamente moderati dal direttore de Il Mattino, Francesco De Core, che hanno discusso del passato, del presente e anche del futuro della politica italiana, raccontando aneddoti, retroscena e visioni di quel che è stato e di quel che potrà essere. L’incipit al dibattito è stato fornito dal giovane sannita Pasquale Piantedosi che ha fornito più di un assist ai tre ‘campioni di politica’.
Il comune denominatore dei tre è sicuramente stato che “l’antipolitica ha fallito”. Perché quel che “è venuta meno è la politica” ha rimarcato Bertinotti. “C’è stata una perdita del rapporto tra il parlamentare ed il suo territorio” – ha riferito sempre Casini – “quello in cui Mastella è sempre stato un maestro e il teatro pieno sta a dimostrare di quanto affetto ancora goda, segno di un rapporto saldo con il suo elettorato”.
Ed in effetti il teatro cittadino era gremito perfino nei palchetti più alti. In sala c’erano personalità e personaggi di ogni colore politico. C’era il prefetto Torlontano, c’era il rettore dell’Università del Sannio Carfora, c’era tutto l’universo di ‘Noi di Centro’ con il pienone di amministratori e rappresentanti istituzionali del partito mastelliano, ma anche il vicepresidente della Regione Bonavitacola, come pure il senatore di Fratelli d’Italia Domenico Matera, accolto calorosamente proprio da Casini, e c’era anche l’ex compagno di partito e di Parlamento dei due democristiani, Francesco D’Onofrio seduto al fianco di Sandra Lonardo, “è ingiusto che sia stata etichettata come lady Mastella” ha tuonato Clemente.
L’incontro è andato via velocemente al grido di battaglia: “La politica deve tornare protagonista”. Certo mancano i partiti di un tempo che ne scandivano riti e sacralità e indicavano la via a chi voleva essere rappresentato, ma anche a chi tentava di essere rappresentante. “Oggi è più importante essere amico del leader che della gente” ha evidenziato Casini. “Ma non manca la domanda di politica” ha replicato Bertinotti che ha insignito Mastella di essere il solito “maestro di cerimonie”.
La chiusura ha catapultato i presenti indietro nel tempo con un Casini che, benché seduto su un divanetto di un teatro (purtroppo troppo freddo), si è fatto trasportare dai ricordi lanciandosi un discorso da caro vecchio comizio di piazza del tempo che fu. Ed anche questo non è affatto dispiaciuto ai presenti che hanno sottolineato i tanti gradevoli passaggi con convinti applausi. A Casini proprio il padrone di casa ha riconosciuto il “grande stile e fair play istituzionale palesato in occasione dell’ultima elezione del Presidente della Repubblica, quando tutto il Parlamento gli ha tributato un convinto applauso che ha spianato la strada alla riconferma di Mattarella”.
“Il nostro è un legame profondo” è stata la chiosa dei tre politici protagonisti in egual misura nella Prima ma anche nella Seconda Repubblica, “anzi, forse ci è andata anche meglio nella seconda” ha sorriso Mastella. Ma quel che è emerso è sicuramente l’alta statura politica dei tre, pur ancora nelle loro differenze politiche e ideologiche che non hanno mancato di esternare con argomentazioni estremamente avvincenti e non con un tweet o con un messaggio Facebook, come la deriva contemporanea quasi impone.
Il libro di Pier Ferdinando Casini, acquistato in massa dai presenti che hanno potuto anche farselo autografare dall’ex Presidente della Camera, può sicuramente essere un salto nel passato della politica italiana così come è stato vissuto e visto “dall’ultimo dei democristiani”, anche se Casini ha ammesso con grande ilarità dei presenti: “Se Clemente vuole mi candido ad essere il penultimo”.