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Nella mattinata di ieri il duro attacco del Comitato Sannita Abc (Acqua Bene Comune), nel tardo pomeriggio la risposta sulle pagine di Anteprima24 del presidente di Gesesa Domenico Russo che, interpellato dalla nostra redazione, ha risposto carte alla mano, rispondendo colpo su colpo alle critiche mosse verso la sua persona e l’azienda che dirige:

“Non ho alcuna difficoltà a rispondere alla sua richiesta, per fare chiarezza. Confermo la mia dichiarazione, come ripeto da tempo, relativa al fatto che allo stato delle condizioni vigenti, che ho ampiamente illustrato più di una volta e che sono ben note, garantire una gestione del servizio idrico integrato nel rispetto di tutte le normative vigenti e dei doverosi standard qualitativi richiesti, diventa una missione ai limiti dell’impossibile. Missione che stiamo portando avanti con il massimo impegno e che continueremo a portare avanti fintanto che sarà possibile, auspicando che intervengano delle novità non dipendenti da Gesesa.

Per procedere ad un minimo di analisi intellettualmente onesta sul risultato dell’ultimo esercizio non si può prescindere dal considerare le tre voci principali di costi in aumento rispetto al 2021 che sono: energia la cui variazione è di circa € 2.680.000; manutenzioni/riparazioni con variazione di circa € 230.000; smaltimento fanghi con variazione di circa € 150.000; a questo aggiungiamo una quota di svalutazione crediti inesigibili per l’anno 2022 di circa 300.000. La somma di queste sole quattro voci ammonta a circa 3.360.000. Pertanto, si comprende bene che aver chiuso con un passivo di soli 700.000 euro sia stato oggettivamente un ottimo risultato, anche perché si è riusciti a coprire integralmente la perdita con la riserva straordinaria accantonata dalla società, senza ricorrere ad una ricapitalizzazione da parte dei soci. Basta guardare i bilanci di altre aziende in condizioni simili per comprendere il dramma economico-finanziario che ha colpito il nostro paese”.

Per quanto concerne la questione depurazione e i costi sostenuti per garantire la stessa, l’operato di Gesesa degli ultimi anni sembra andare nella direzione di far fronte con rigore a tutto quanto necessario per garantire un servizio ineccepibile e rispettoso della legge:
“Per quanto concerne i costi sostenuti
– ha proseguito Russoper garantire depurazione e rispetto delle normative vigenti in tutti gli ambiti del servizio idrico integrato, chiaramente si tratta di un’attività doverosa da parte di Gesesa, ci mancherebbe altro. Non ho mai parlato di uno “sforzo” non dovuto, anche se, certamente, nell’ambito di una situazione economica-finanziaria molto complessa, non è stato semplice. Anzi, ho sempre sostenuto l’esatto contrario, ovvero che Gesesa in tal senso non ha minimamente esitato a far prevalere il rispetto della legge e la tutela dell’ambiente nonostante le gravi difficoltà economico-finanziarie. Ho parlato, anche nel comunicato stampa successivo all’approvazione del bilancio, di “doverosi investimenti in tema di depurazione”. Questo Gesesa continuerà a fare, finché sarà possibile”.

A chi teme rincari, cosa risponde?
“L’azienda non sta “preparando rincari in bolletta” perché non è di sua competenza, sul punto ci sono gli organismi pubblici preposti. Gesesa documenta la propria gestione, sottoponendola ai dovuti controlli, come previsto per legge, e formula proposte per una corretta gestione moderna, economica, efficiente e sostenibile. Gli organismi pubblici che governano la materia decidono e Gesesa ne prende atto. Le tariffe vengono stabilite dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente e dall’Ente Idrico Campano. Le fasce più deboli della popolazione sono tutelate, penso ad esempio alla misura del bonus sociale idrico che proprio negli ultimi mesi Gesesa ha erogato per oltre 700.000 euro complessivi. Anche in questo caso adempiendo ad un suo dovere, ma rispettando modalità e tempistiche, nonostante la grave difficoltà finanziaria che sta affrontando, ciò proprio per il massimo rispetto delle fasce più deboli. Come ho già avuto modo dire altre volte, questo argomento deve essere trattato in modo serio e non demagogico. La regolazione tariffaria è materia complessa che, se si vuole fare una efficace e corretta informazione, meriterebbe seri approfondimenti. Dobbiamo auspicare per i prossimi decenni una gestione seria, competente, rigorosa, generosa di investimenti utili per il territorio, con delle tariffe giuste, che dovranno ovviamente contemplare bonus ed agevolazioni per chi versa in difficoltà, ma che dovranno essere pagate da tutti ed aggiornate quando necessario, seppur del minimo indispensabile, secondo i criteri di legge, per consentire di mantenere sempre una gestione in equilibrio economico-finanziario e per garantire un servizio realmente e completamente efficiente. Ribadisco, considerate le innumerevoli strumentalizzazioni in corso, che le tariffe non le determina il gestore, il gestore le applica. L’attività relativa agli adeguamenti tariffari è in capo all’Ente Idrico Campano, sulla base dei criteri metodologici emanati da ARERA per ogni singolo periodo tariffario. L’obiettivo di tutti dovrebbe essere che a fronte di una giusta tariffa i cittadini possano usufruire di un servizio ineccepibile e di qualità elevata. Inoltre, a mio avviso, come già ho avuto modo di evidenziare, si potrebbe auspicare una tariffa unica a livello regionale, secondo un criterio perequativo, in quanto è ingiusto che territori come il Sannio, che garantiranno acqua a tutta la regione, debbano anche pagare una tariffa più alta di quella dei cittadini delle altre province che ne beneficeranno. Questo attualmente accade in quanto determinati territori, come il Sannio, sono più complessi sul piano orografico e con una densità abitativa decisamente inferiore, per cui gli oneri di funzionamento di un servizio idrico integrato necessariamente più impegnativo si ripartiscono su un numero minore di abitanti rispetto ad altre provincie della Campania. Questa sarebbe, a mio parere, una giusta battaglia tanto complessa quanto importante da portare avanti nell’interesse del nostro territorio”.

Veniamo alla reale accusa del Comitato Sannita ABC, ci sono i numeri e le tabelle che sembrano svelare l’arcano (foto in basso):
“Non ho mai detto che siamo “l’unica provincia in Italia a non avere un gestore unico”. Ci sono mie numerose interviste rilasciate nell’ultimo anno sul punto. Ho sempre fatto riferimento ai dati del Blue book 2023, elaborato proprio da Utilitalia e dalla Fondazione Utilitatis, dal quale emergeva che restava il distretto sannita, il distretto irpino, quello di Napoli nord e alcune province siciliane. Per il distretto irpino c’è stato l’affidamento alla fine del mese di aprile da parte della Regione. Posso menzionare in tal senso, a titolo esemplificativo, le mie più recenti interviste sul Sannio Quotidiano del 12 settembre, del 27 luglio e del 3 luglio e quella a a LabTv del 26 luglio, nelle quali elenco con precisione tali territori. Pertanto, rivendico la correttezza semantica della mia dichiarazione provocatoria riportata su Il Mattino di domenica: “siamo l’unica provincia della penisola a non averne uno”. Mi sembra che la Sicilia sia un’isola e che la provincia di Napoli, suddivisa in più distretti idrici, già abbia gestori unici per una parte del proprio territorio. Di tanto era a perfetta conoscenza anche il giornalista che ha raccolto le mie dichiarazioni. Comunque, al di là di queste inutili diatribe, quello che più conta è che siamo senza dubbio tra i territori più arretrati in assoluto in Italia nel partire con una nuova ed importante programmazione pluriennale tesa a rivoluzionare lo stato penoso in cui versa il servizio idrico integrato. Ribadisco con forza che il tempo a disposizione è scaduto e bisogna iniziare una nuova era con investimenti epocali per il nostro Sannio. Il servizio idrico integrato è di vitale importanza per cittadini, per le imprese e per il territorio. È giunto il tempo delle decisioni e delle azioni conseguenti. Non si può più attendere.
Ho sempre rispettato e rispetto ogni tipo di posizione su un tema così delicato come quello della tutela e della gestione dell’acqua. Non ho mai ritenuto opportuno entrare nel merito di valutazioni politiche che esulano dai compiti propri del ruolo che ricopro. Ho sempre dichiarato che, al di là delle forme di gestione, tutte legittime, saranno determinanti, a mio avviso, la credibilità, la serietà ed il rigore con cui le stesse saranno messe in pratica. A mio parere, in ogni caso, un sano confronto dovrebbe essere più approfondito e meno di superficie. Sopratutto molto più sereno. Dispiace a volte per determinate modalità di espressione del pensiero, che reputo violente quando si sostanziano nell’accusare ingiustamente e nel diffamare le persone. A mio avviso, ci vorrebbero maggiore propensione all’ascolto delle ragioni altrui e minore astio personale nel confronto sulle questioni politiche e pubbliche”.