Partiamo dall’elemento più importante, i nomi dei finalisti del settantasettesimo Premio Strega. A contendersi l’ambito riconoscimento il prossimo 6 luglio nella splendida cornice romana di Villa Giulia saranno “Mi limitavo ad amare te” di Rosella Postorino (217 voti), “Come d’aria” di Ada D’Adamo (199 voti), “Dove non mi hai portata” di Maria Grazia Calandrone (183 voti), “La traversata notturna” di Andrea Canobbio (175 voti e “Rubare la notte” di Romana Petri (167) voti. E’ questa la cinquina dell’annata 2023 del più ambito premio letterario italiano, ma soltanto uno di questi libri riuscirà a fare ‘tombola’.
Tirato fuori il dato più importante, che del resto rappresentava il fine della serata, l’evento del Teatro Romano è stato un denso combattimento con la pioggia, che per fortuna ha soltanto minacciato il suo avvento, smentendo di fatto anche le previsioni più affidabili. Poco dopo le 18.30, quando nell’inaugurare la serata Stefano Coletta ha presentato Clemente Mastella, un paio di tuoni hanno spezzettato l’intervento del Sindaco. Il primo cittadino ha fatto giusto in tempo per avanzare la sua richiesta alla Fondazione Bellonci: “Vorrei che i componenti della dozzina, uno per mese, facessero visita alle scuole di Benevento in modo da coinvolgere i più piccoli e avvicinarli alla lettura”. Tuono. “In Italia si legge sempre meno, dobbiamo invertire la tendenza”. Altro tuono, di intensità maggiore, il segnale che bisogna velocizzare. Permesso accordato, comunque. A fine serata Stefano Petrocchi, direttore della Fondazione, ha dato il consenso: “Si farà”.
Coletta è poi passato alla presentazione dei dodici semifinalisti, che si sono accomodati sul palco in gruppi da tre. Preamboli veloci, presentazioni brevi ma dense, soprattutto in alcuni momenti. Quando Loretta Santini della casa editrice Elliot ha ricordato sul palco la figura di Ada D’Adamo, il cui libro oltre ad aver vinto proprio nelle scorse ore il premio Strega Giovani è riuscito ad entrare anche nella cinquina, un lungo applauso è partito dalle gradinate sciogliendosi in un’atmosfera carica di sentimenti. La scrittrice abruzzese è scomparsa lo scorso primo aprile dopo una lunga malattia, riuscendo a lasciare un segno tangibile con un’opera – ‘Come d’aria’ – destinata a esplorare l’anima di chi sceglierà di leggerla.
Spiacevole (ma non per colpa sua) il siparietto che ha visto protagonista involontario Renato Giordano. Nel momento in cui l’autrice Igiaba Sciego stava parlando del suo libro (“Cassandra a Mogadiscio”, che non ce l’ha fatta a entrare tra i primi cinque), sono cadute dal cielo alcune gocce di pioggia. Il regista è così salito velocemente sul palco aprendo l’ombrello per offrire riparo alla scrittrice, che però a sorpresa non ha gradito. “Mi piace la pioggia, ritengo questa cosa dell’ombrello molto coloniale”. Gli applausi del pubblico hanno fatto in modo che si potesse passare rapidamente oltre. E’ stato poi Mario Desiati, vincitore della scorsa edizione, a fare i debiti scongiuri con una formula leggendaria tanto cara ai sanniti: “Mi sento un po’ beneventano ormai, dunque andiamo: ‘Unguento unguento, mandami al noce di Benevento, sotto l’acqua e sotto il vento, sotto ogni brutto tempo’.”. Risate, sguardi al cielo, preghiere affinché tutto possa filare liscio. E sarà così.
I saluti istituzionali affidati a Giovanni Solimine (presidente della fondazione Bellonci), Giancarlo Ventimiglio (Direttore Territoriale di BPER Banca, che sostiene il Premio Strega), Melania Mazzucco (presidente del Comitato Direttivo del Premio Strega), Giuseppe D’Avino (Presidente di Strega Alberti) e Alberto Foschini (componente del comitato direttivo del premio) hanno condotto la platea verso il momento cruciale della serata, quello dell’annuncio della cinquina. A quel punto Mario Desiati – in un consueto look volto ad esaltare i valori di inclusione e di uguaglianza – ha sciolto le riserve leggendo rendendo noto il totale dei voti.
Dei finalisti abbiamo già detto, non ce l’hanno fatta invece “La Sibilla” di Silvia Ballestra, “Ferrovie del Messico” di Gian Marco Griffi, “Le Perfezioni” di Vincenzo Latronico, “Cassandra a Mogadiscio” di Igiaba Scego, “Il continente bianco” di Andrea Tarabbia, “Tornare dal bosco” di Maddalena Vaglio Tanet e “Una minima infelicità di Carmen Verde. A fine serata anche per loro c’è stato un vero e proprio bagno di folla per dediche, autografi e piccoli confronti con i lettori. E’ un’esclusione che non ha nulla in comune con la sconfitta.