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Se aver ricordato nei giorni scorsi che oltre due anni fa, da presidente Asi, scrissi una lettera al presidente della Regione De Luca, al suo vice Bonavitacola e all’assessore alle Attività Produttive Marchiello per chiedere loro un intervento per la rifunzionalizzazione di 11 pozzi a Ponte Valentino è un atto di lesa maestà o di strumentalizzazione è un problema di chi lo pensa e non certo della popolazione beneventana e sannita che quotidianamente, purtroppo, è afflitta da una spaventosa crisi idrica”. A dirlo è Luigi Barone, dirigente nazionale della Lega Salvini Premier, ed ex presidente dell’Asi sannita.
Invece che rizelarsi per non so cosa, le istituzioni locali dovrebbero chiedere conto alla Regione, dovrebbero ribellarsi con De Luca e compagni che in due anni non hanno nemmeno trovato il tempo per riscontrare la mia lettera, un atto ufficiale di luglio 2022 con tanto di protocollo. Ma capisco, De Luca non può essere contestato perché poi non finanzia più feste e festini! E intanto i rubinetti delle case di Benevento e di tanti comuni sanniti continuano a rimanere a secco”, prosegue Barone che aggiunge: “Giusto per correttezza d’informazione, dopo la lettera di luglio 2022 non attesi invano il messia ma attivai diverse interlocuzioni. Incontrai il commissario Zes Giosy Romano per candidare la rifunzionalizzazione degli 11 pozzi nel contratto istituzionale di sviluppo nel settore idrico che stava portando avanti l’allora ministro Carfagna, vidi più volte il professore Nicola Fontana essendo uno dei maggiori esperti del settore, inviammo anche delle schede di costo dell’intervento al commissariato Zes. La strada del contratto istituzionale idrico venne meno perché fu sfiduciato il Governo nazionale ma la Regione, che poi è competente in materia, è stata sempre latitante”, aggiunge ancora il dirigente della Lega. “Comunque prendo atto che dopo la mia sollecitazione qualcosa, a livello locale, inizia a muoversi e spero si acceleri per davvero perché riattivare i pozzi di Ponte Valentino, anche soltanto per la parte industriale, significa far arrivare più acqua del Biferno in città. Per quanto mi riguarda visto che l’argomento è serio e nei mesi e anni a venire la crisi idrica aumenterà, sono pronto a collaborare con chiunque abbia a cuore le sorti del territorio a prescindere dai colori politici basta che si è scevri da condizionamenti, forzature e primogeniture”, conclude Barone.