Non sarà un mezzogiorno di fuoco ma solo perchè l’orario non coincide. Per il resto, l’assemblea del Pd sannita convocata per le 18 di venerdì presenta tutte le premesse tipiche della resa dei conti.
Nel mirino dell’establishment Dem, è cosa ormai nota, c’è la presidentessa dell’organismo, Antonella Pepe e di conseguenza tutto il gruppo che ne ha sostenuto la corsa elettorale, a cominciare dal consigliere regionale Erasmo Mortaruolo.
Oggetto del contendere la candidatura della giovane piddina alle politiche, candidatura non digerita nè dal segretario Giovanni Cacciano nè dai colonnelli dell’area decariana e maggioritaria del partito.
Nella sala consiliare della Rocca dei Rettori, luogo dove si ritroverà il parlamentino democratico, potrebbe andare dunque in scena l’atto ultimo di una discussione che non ha conosciuto tregue neanche nelle settimane di avvicinamento al voto. Una sensazione avvalorata dalla fermezza delle diverse posizioni in campo: da un lato l’accusa di aver “tradito” il mandato dell’assemblea, che per il collegio uninominale aveva richiesto la candidatura di Angelo Moretti, un nome esterno al Pd; dall’altro la richiesta di rimuovere ogni addebito perchè il fatto non sussiste considerato che spettava a Roma il compito di valutare le diverse disponibilità in campo.
E se pure qualcuno ha provato a costruire un ponte tra le due parti il tentativo deve essere andato a vuoto. L’unica proposta di mediazione si sarebbe risolta infatti nella richiesta di “un gesto distensivo” fatta recapitare alla Pepe dai piani alti della federazione di corso Garibaldi. Quel “gesto distensivo”, ca va sans dire, vuol dire dimissioni. Esito al quale comunque la maggioranza – o almeno parte di essa – conta di arrivare attraverso un documento politico di ‘censura’ che starebbe già circolando tra alcuni dei sessanta componenti dell’assemblea. Una mossa, questa, in linea con quanto dichiarato già nella serata del 26 settembre da uno dei massimi esponenti dell’area vicina al segretario, il sindaco di Foiano e consigliere provinciale Giuseppe Ruggiero.
Da consuetudine, in attesa dell’ora X, bocche cucite. A Benevento così come a Napoli e Roma. La situazione è infatti monitorata anche ai livelli di governo superiori dal partito. E in caso di scontro non è difficile immaginare una loro discesa in campo.