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“Casa, dolce casa”: un detto antico che non sempre risponde al vero.
 

Ne sanno qualcosa i condomini di un palazzo di via Piermarini, nella zona alta della città, che  oggi pomeriggio hanno dato vita ad un sit-in di protesta all’ingresso dello stesso palazzo a causa di un presunto progetto di nuovi appartamenti, ben quattro, che starebbero per sorgere alla sommità dell’edificio degli anni Sessanta in cui abitano e che è già bello grosso di suo, ergendosi per ben sei piani.

La protesta clamorosa di oggi pomeriggio trae origine dall’improvvisa apparizione nei mesi scorsi per l’edificio di via Piermarini di un cantiere edilizio.

Sta di fatto che l’angustia per i residenti va avanti ormai da un bel pò: il loro timore è che la costruzione sulle loro teste di altri quattro appartamenti potrebbe creare instabilità da sovrappeso per le fondamenta dell’edificio progettato per reggere “solo” sei piani e non sette.
Preoccupati anche per precedenti vicende simili registrate in altre Città, tramutatesi purtroppo in tragedie, con la perdita di vite e della stessa abitazione, i condomini hanno chiamato la Stampa per denunciare quella che loro ritengono una situazione di concreto pericolo per la pubblica e privata incolunità.

La vicenda è complicata e si inerpica per così dire tra polverosa documentazione, timbri, licenze e concessioni edilizie, sanatorie, visure catastali, richieste di accesso agli atti ed altri incubi di ordinaria burocrazia: ma al fondo la questione è la paura che ha assalito questi cittadini.

Sul fatto che al posto del solaio di copertura presto, grazie alla presentazione di una Scia (in sostanza una semplice comunicazione con il pagamento di una modesta somma di denaro al Comune capoluogo), verranno realizzati quattro appartamenti là dove oggi c’è un ampio terrazzo adibito a stenditoio, pare non vi siano dubbi: o meglio dubbi non ne hanno i condomini che hanno visto spuntare dal nulla un montacarichi ed altre attrezzature di cantiere nello scorso mese di novembre.

I condomini si sono allarmati per aver appreso in modo informale della volontà di un nuovo proprietario degli spazi di dare corso ad un condono edilizio risalente a circa 13 anni or sono, dopo essere stato richiesto addirittura nel 1986, insomma più o meno 40 anni or sono. Non solo. Ai condomini è parso anche di capire, nel novembre scorso, che ufficialmente i lavori di ampliamento sarebbero stati anche ritenuti conclusi, cosa però non verificata dall’esperienza concreta: ma, hanno dichiarato i condomini in un primo Comunicato nei giorni scorsi, che le attrezzature di cantiere sarebbero subito scomparse con gli inizi del mese di dicembre.

Il problema della superfetazione non sembrerebbe affatto essersi risolto così: al contrario. Con crescente preoccupazione dei condomini, per i quali, lo ripetiamo, il problema non è affatto confinato in una questione di semplici autorizzazioni burocratiche e formali o nei possibili inestetismi di quattro appartamenti in più là dove oggi c’è l’aria aperta, quanto piuttosto nel pericolo di possibili crolli di tutta la struttura. Da qui la loro mobilitazione dei giorni scorsi con richieste formali di accesso agli atti e richieste di chiarimenti formali da parte degli appositi Uffici e Servizi del Comune e del Genio Civile. Ma, a quanto pare, non sarebbero giunte ai condomini concrete risposte ufficiali circa le loro preoccupazioni.

L’assessore all’Urbanistica del Comune capoluogo, Molly Chiusolo, ha tentato di tranquillizzare gli abitanti di via Piermarini con un Comunicato stampa nel quale si afferma che l’edificio sia stato realizzato, a suo tempo, in conformità alla Licenza Edilizia, mentre sarebbero state sanate in tempi più recenti alcune difformità urbanistiche rispetto al progetto originario.

Chiusolo ha anche voluto precisare anche un’altra circostanza a fronte di una richiesta formale di accesso agli atti, secondo le norme vigenti in materia di trasparenza della Pubblica Amministrazione, avanzata dai condomini che avevano richiesto di sapere cosa in effetti stesse succedendo: l’assessore ha sottolineato infatti come non sia stata ancora onorata dagli Uffici comunali (il termine previsto dalla legge è trenta giorni dalla richiesta) a ragione del fatto che gli Uffici stessi, al fine di accertare che esistesse un diritto ad agire da parte dei condomini, era necessario acquisire un’integrazione documentale circa la effettiva titolarità della proprietà immobiliare dei diversi appartamenti dello stesso edificio da parte dei richiedenti gli atti.

Di contro, ha precisato al’assessore, gli atti, come prevede la legge, sono stati riconosciuti, per le prerogative di cui gode per legge, ad un Consigliere Comunale, evidentemente interessatosi alla vicenda, che ne aveva fatto richiesta.

In buona sostanza, infine, l’assessore ha voluto rassicurano i residenti che “gli interventi in corso sono del tutto legittimi”. Anche i Vigili del Fuoco, mobilitati nei giorni scorsi dai condomini per verificare le condizioni di stabilità dell’edificio a seguito dei lavori nel frattempo eseguiti, non avrebbero ravvisato al termine di un apposito sopralluogo, secondo l’assessore Chiusolo, problemi di sorta. L’edificio sarebbe sicuro. Tutto risolto, dunque? Manco per niente.
La portavoce del Comitato, Luigia Donatiello, nel corso del sit in, ha sottolineato: “Siamo rimasti spiazzati da tutto questo. Il condono edilizio si riferisce a fatti del 1986 . Abbiamo richiesto l’accesso agli atti e dopo oltre 100 giorni di attesa ci è stato negato questo diritto e ancora oggi non siamo stati contattati per prendere visione dei documenti. Noi vorremmo avere la documentazione che ci rassereni e che tutto sia a norma per quanto concerne la staticità del palazzo”.

Donatiello ha poi precisato: “per me un’opera di completamento può essere una tinteggiata o un cambio di un pavimento . Oggi scopro che invece si intende tutt’altro. Con una Scia si può completare tutto questo? A noi interessa che il nostro ingegnere possa vedere la dichiarazione statica che riguarda il 1986, ma chi ci garantisce che questo palazzo secondo la normativa vigente oggi sia sicuro con quattro nuovi appartamenti? Vorremmo farli controllare a nostri periti”.

Infine Donatiello ha detto: “Siamo molto arrabbiati per come la ditta che sta realizzando i lavori si stia approcciando con noi condomini. Noi vogliamo che ci sia la prova statica con le norme di oggi e non del 1986”.