Benevento – Il cinema è la forma d’arte più prossima alla gente. E’ popolare, riconoscibile. Storie e attori impattano con potenza sull’immaginario collettivo. Per dirne una: si racconta che negli Stati Uniti degli anni cinquanta e sessanta era impossibile tenere il conto dei bambini che prendevano il nome di Marlon: la scelta di mamme e papà che sognavano per il loro piccolo un futuro da Oscar.
Ma c’è sempre un rovescio della medaglia. Accade anche che alcuni nomi, per quanto comuni e neutri, col tempo finiscano per evocare – loro malgrado – personaggi pubblici ai quali non per tutti è piacevole essere associati. In questi casi le scelte non sono tante: fare spallucce o andare in Prefettura.
Sancito dal Codice Civile il principio che ogni persona ha diritto al nome che le è per legge attribuito, infatti, la norma riconosce la possibilità di cambiarlo per ragioni eccezionali. E tra queste figura la circostanza che il nome sia fonte di imbarazzo per il diretto interessato. La procedura presenta costi contenuti e prevede di rivolgersi alla Prefettura della Provincia di residenza. E’ quello che ha fatto un beneventano, stanco di portarsi dietro un nome che in Italia è sinonimo di barzellette e di film ultrapopolari ma non da tutti apprezzati. E dovrà farsene una ragione anche Quentin Tarantino, che dei b-movie italiani degli anni settanta è grande fan, perché il nome abiurato è proprio quello di Pierino.
“… nel corso degli anni mi ha causato disagio perché il nome di Pierino viene associato ad un personaggio protagonista di barzellette e film comici di bassa levatura”. Questa la motivazione esposta agli uffici di palazzo del Governo dal protagonista della nostra storia. Che da oggi può tirare un sospiro di sollievo: per la Prefettura la sua istanza è “meritevole di accoglimento”.