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“Se mettiamo in fila le misure approvate da questo primo anno di governo di Giorgia Meloni, nonostante la flotta di parlamentari meridionali eletti in maggioranza, non è difficile dedurre che ci troviamo di fronte ad una maggioranza che lavora contro il sud e le aree interne.” E’ quanto si legge in una nota di Antonella Pepe, membro della direzione nazionale del Partito democratico in merito al Decreto Sud. 

“Prima il progetto dell’Autonomia differenziata, che trasferirà alle Regioni materie come scuola, politiche energetiche e, ulteriormente, la sanità, senza definire i livelli essenziali di prestazione e aumentando le differenze sociali ed economiche che già esistono nel Paese. Ora un Decreto che sequestra, in barba alla tanto decantata autonomia, il Fondo per le politiche di sviluppo  e coesione (Fsc). Parliamo di fondi destinati esclusivamente al Mezzogiorno che il governo ha deciso di centralizzare, tagliando fuori i Comuni, e che renderà più complessa la realizzazione dei progetti. Non solo, in manovra di bilancio non ci sono le coperture, che pure erano state promesse dal ministro Fitto, per i progetti definanziati dal Pnrr per la manutenzione e la cura del territorio e le infrastrutture sociali. Solo per il Sannio parliamo di oltre 120 milioni di euro.

L’intento del governo è quello di usare i fondi di sviluppo e coesione come sostitutivi dei fondi Pnrr producendo un ulteriore scippo di risorse al mezzogiorno. Tutto, nel silenzio totale dei nostri rappresentanti parlamentari.  Sempre nel Decreto Sud – continua Antonella Pepe – si aboliscono le attuali Zes per riunificarle in una sola, senza un solo euro in più, senza un piano industriale e senza rendere strutturali le agevolazioni. Scompare lo sconto IRES del 50% e non saranno agevolabili gli investimenti fina a 200 mila euro. L’unica cosa che prolifera sono le cabine di regia, con buona pace della semplificazione amministrativa e utili più ad occupare posizioni di potere per gli amici, ma non si hanno notizie sui Contratti di sviluppo o del decreto interministeriale che servirebbe per assegnare i 200 milioni di euro gia’ stanziati per finanziare gli ecosistemi dell’innovazione al Sud.

Infine, sulle aree interne. Da un anno, cioè da quando si è insediato il governo, è tutto fermo. Il Ctai, il comitato tecnico che ha il compito di coordinare e rendere note le linee guida per la predisposizione delle strategie d’area, non è mai stato convocato. Sono ancora bloccati complessivamente 250 milioni di euro, di cui 40 per la prevenzione incendi e il resto destinato ai comuni interni e alle isole minori. Se questi sono i patrioti – conclude Antonella Pepeche dire, povera patria.”