E’ stato il caso della settimana. La decisione di Enrico Letta di commissariare la federazione sannita del Partito Democratico (leggi qui) ha fatto discutere e lo farà ancora. In attesa delle prime mosse di Erasmo Mortaruolo (qui le sue parole), a cui il Nazareno ha affidato la guida ad interim dei Dem locali, l’attenzione è tutta sui passi che muoverà il gruppo dirigente ‘silurato’ dalla Capitale.
Di ieri le prime parole di Giovanni Cacciano (leggi qui), segretario provinciale eletto neanche dodici mesi fa e mercoledì detronizzato in forza delle previsioni contenute nel primo comma dell’articolo 23 dello Statuto Pd: “In casi di necessità e urgenza, di gravi e ripetute violazioni delle norme dello Statuto, del Codice Etico o dei Regolamenti, ovvero nei casi di impossibilità di esercitare le funzioni da parte dell’organismo dirigente, il Segretario nazionale può intervenire nei confronti delle strutture regionali e territoriali adottando, sentito il parere della Commissione nazionale di Garanzia, i provvedimenti di sospensione o revoca. Tali provvedimenti possono riguardare sia organismi assembleari sia organi esecutivi, e possono includere l’eventuale nomina di un organo commissariale determinandone le prerogative”.
Da capire, a questo punto, quali violazioni Letta – con il benestare della Commissiona nazionale di Garanzia – imputa all’establishment del Pd sannita: dello Statuto? Del Codice Etico? Dei Regolamenti? E’ questa l’informazione che la maggioranza di ispirazione decariana attende di conoscere. “Aspettiamo di ricevere il provvedimento” – ha infatti dichiarato alla stampa Cacciano.
E dopo? Due le strade percorribili. Di una abbiamo già parlato nei giorni scorsi (leggi qui) e porta dritto in Tribunale. Nel caso, con ogni probabilità, si agirebbe con un ricorso ex articolo 700, misura che trova la sua ratio nell’esigenza di garantire una tutela immediata al diritto del ricorrente che potrebbe altrimenti essere irrimediabilmente e irreparabilmente compromesso in attesa del processo ordinario.
L’altra è quella della politica e conduce nuovamente nella Capitale. A suggerirla ai “commissariati” è lo stesso comma citato sopra e che così prosegue: “La sospensione, la revoca e il commissariamento devono essere ratificati, a pena di nullità, dalla Direzione nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti entro 30 giorni dall’adozione del provvedimento”.
Insomma, sul caso dovrà esprimersi il parlamentino Dem. Si dirà: fin qui Letta non ha mai avuto problemi a far passare le sue decisioni in Direzione. Vero. Ma c’è un congresso in corso e gli equilibri si stanno modificando. Non a caso, i soliti beneinformati già raccontano di movimenti in corso a Roma. Qualcuno si spinge fino a parlare di una diretta iniziativa di Stefano Bonaccini che da candidato alla segreteria nazionale ha già incassato il sostegno dell’area politica che fa riferimento a Umberto Del Basso De Caro. Ipotesi ovviamente tutta da verificare. Ma certo non sarà rimasto con le mani in mano Graziano Delrio, tra i principali sponsor del governatore emiliano e legato all’ex parlamentare beneventano da un solido rapporto di stima e amicizia.
Si spiegherebbe anche così la ritrosia a rilasciare dichiarazioni da parte dei diretti interessati. In una storia che ha già riservato numerosi colpi di scena, d’altronde, per tutti appare azzardato pronunciare la parola fine.