Aveva generato una certa attesa la notizia della convocazione, per mercoledì 11, della Direzione Nazionale del Partito Democratico. All’ordine del giorno tutti gli ultimi adempimenti in vista delle primarie del 26 febbraio ma si immaginava che la riunione del parlamentino Dem potesse anche affrontare – e dirimere – il nodo dei commissariamenti. Tre quelli decisi da Letta il 14 dicembre scorso: uno riguardava il Pd Basilicata e gli altri due le federazioni di Siracusa e Benevento.
Neanche uno di questi, però, è stato trattato dalla Direzione. L’unica novità proveniente da Roma riguarda la costituzione delle commissioni di garanzia per i congressi (nazionale ma anche regionale e provinciale dove necessario). Per il Sannio, i nominativi sono stati raccolti da Erasmo Mortaruolo nella funzione di Commissario. Nessuna indicazione, però, è giunta dall’ala maggioritaria del Pd Sannita, l’area – per intenderci – che fa riferimento a Giovanni Cacciano e Umberto Del Basso De Caro. E se anche nessuno si espone ufficialmente, non si fa fatica a immaginare il ragionamento dei “commissariati”: senza ratifica non esiste più il Commissariamento e dunque non vi è alcun congresso provinciale da celebrare.
Interpretazione che trova fondamento nell’articolo 23 dello Statuto Nazionale, lo stesso su cui Enrico Letta basava la decisione di ‘silurare’ Cacciano e sostituirlo con Mortaruolo: “La sospensione, la revoca e il commissariamento devono essere ratificati, a pena di nullità, dalla Direzione nazionale con il voto favorevole della maggioranza assoluta dei componenti entro 30 giorni dall’adozione del provvedimento” – sancisce lo Statuto Dem.
E calendario alla mano, il termine dei trenta giorni – se si comincia a contare dal 14 dicembre – scadrà la prossima mezzanotte. Nessuno stupore, quindi, se già domani (o magari sabato) Giovanni Cacciano dovesse ‘reclamare’ il reintegro nelle funzioni cessate a dicembre.
Di tutt’altro avviso, evidentemente, il Pd nazionale. Fonti vicine al Nazareno fanno sapere “che con il regolamento congressuale in via di approvazione tra stasera e domani e con la nomina della commissione provinciale di garanzia si è già nella fase congressuale”.
Questione di punti di vista, insomma. Ma se appare azzardato fare pronostici su una vicenda che ha già regalato diversi colpi di scena, di certo l’ombra del Tribunale – che già si intravedeva trenta giorni fa- si fa sempre più pressante.