L’ennesima notizia di una sparatoria avvenuta ai Tribunali, nel pieno centro storico partenopeo, con l’omicidio di un giovane di 18 anni, raggiunto alla fronte da un colpo di pistola alle 5 di questa mattina, ha profondamente segnato l’andamento dei lavori della prima giornata della II Edizione della Scuola di formazione socio – culturale promossa dalla Associazione Res publica – Amici di Mino Izzo, in programma presso il Seminario Arcivescovile di Viale degli Atlantici, a Benevento.
“E’ una vera e propria emergenza criminalità”, ha tuonato dal palco don Maurizio Patriciello, il parroco anticamorra del Parco Verde di Caivano, che era stato chiamato a fare da Relatore sul tema prescelto per questa II Edizione della Scuola intitolata all’ex senatore Cosimo “Mino” Izzo, ovvero “Dalla comunicazione interpersonale alla comunicazione digitale”. A pochissimi giorni dall’assassinio per un colpo di pistola al cuore di un 19enne a San Giuseppe Vesuviano, un fatto di cronaca nera quasi fotocopia di un altro di pochi giorni fa avvenuto a ridosso del Rettifilo del capoluogo partenopeo e a pochi mesi da un altro tragico evento che vide un giovane musicista ucciso sul Lungomare in circostanze analoghe, questa terribile attualità non poteva che irrompere in un Corso di formazione che vede la partecipazione di tanti giovani. Don Patriciello ha preso subito la parola per chiedere polemico: “Ma chi ha dato tutte queste pistole ai giovani? Chi ha armato i ragazzi?”.
Domande che hanno lasciato il segno nei presenti. Del resto, non da oggi la “paranza dei bambini” è presenza incontrastata nei vicoli di Napoli e dintorni e gli appelli provenienti da più parti, dalle Famiglie delle vittime, dalla Chiesa, dalla Istituzioni, dai semplici cittadini, a smetterla con queste pratiche di sopraffazione e di violenza da parte dei giovanissimi non trovano alcun concreto ostacolo e di fatto non vengono ascoltate dai baby boss. Per tale ragione Don Patriciello ha subito chiesto dal palco dell’Auditorium di dare la parola subito ai giovani presenti per ascoltare il loro parere, le loro ansie e loro paure rispetto a fatti del genere. L’Auditorium del Seminario Arcivescovile, che fu inaugurato il 2 luglio 1990 da Sua Santità Giovanni Paolo II, era pieno di tanti ragazzi, circa 600 che hanno risposto all’appello del Presidente dell’Associazione, Pierpaolo Izzo, figlio del compianto uomo politico nativo di Napoli, ma sannita a tutti gli effetti: erano presenti il Rettore dell’Università degli Studi del Sannio, Gerardo Carfora, e il Presidente della Provincia, Nino Lombardi.
Lo scorso anno in questa scuola di formazioni anche amministratori politici, il progetto è tato poi rivolto ai ragazzi, diventando itineranti. Due lezioni al mese per un totale di 10 lezioni e una lezione conclusiva dove lo scorso anno partecipò anche Matteo Renzi.
Pierpaolo Izzo nel prendere la parola e salutare i tanti giovani giunti questa mattina ha spiegato: “Nel primo anno abbiamo coinvolto oltre 1000 studenti. Lo stimolo dei dirigenti scolastici ci ha spinto a continuare”.
Izzo approfittando dell’arrivo di don Patriciello ha esortato: “Spesso ci dimentichiamo che dobbiamo difendere la libertà. La libertà non è dovunque e non è ovunque. Dobbiamo difenderla, vigilarla impegnandoci quotidianamente per rendere comunità migliori. Fornire strumenti conoscitivi a tutti”.
Il presidente della Provincia Nino Lombardi ha spiegato: “E’ necessario dare valore tra i formatori. Questa di Pierpaolo Izzo è un’iniziativa lodevole. Il vero male è proprio chi interpreta male il ruolo della politica”.
Il Presidente della Provincia ha poi ricordato la figura di Mino Izzo: “Lo ricordo soprattutto come assessore provinciale dell’Ente. E’ stato senatore per due mandati ma l’abilità, la capacità alla guida di un assessorato locale è cosa totalmente diversa dal dover rappresentare la propria comunità in sede parlamentare. Le istituzioni locali, infatti, sono il vero motore trainante della società e sono le più vicine ai cittadini”. Sul tema odierno Lombardi ha detto: “Non c ‘è più desiderio di conoscere e sapere. Occorre saper governare i processi. Privilegiamo i nostri valori le nostre tradizioni”.
Il Rettore Carfora ha spiegato: “Incontrare i giovani ti porta a casa qualcosa in più”. Sul tema odierno ha sottolineato: “C’è necessità di tornare alle fonti primarie di Comunicazione. Noto sempre di più uno scollamento tra la vita e quello che ci raccontano della vita”.
Infine ha aggiunto: “Sempre più spesso ragazzini che si aggrediscono senza un valido motivo. Abbiamo perso la centralità dei rapporti umani. Occorre recuperarla. Io noto come esista un apparente eccesso d’ informazione ma di fatto c’è la totale incapacità di accedere alle fonti”.
Don Maurizio Patriciello che ha voluto ascoltare i ragazzi: “Noi vi dobbiamo supportare. Le notizie di oggi sono davvero raccapriccianti. E’ necessario dialogare confrontarsi stare con gli altri. Ho paura che questi ragazzi non amano la vita. E’ impressionante pensare che non sappiano nemmeno più litigare”.
Poi ha aggiunto: “La vita è una strada piena di trappole. Se noi abbiamo la mappa certa possiamo sconsigliare ai ragazzi di seguire quella direzione. Noi molto spesso ci chiudiamo ognuno nel proprio guscio. Quando non c’è comunicazione, comunione, ognuno va per conto suo. Lo stresso Cardinale Mimmo Battaglia abbia ragione a esortare ad un messaggio di pace.