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La notizia non arriva come assoluta novità, ma comunque fa rumore. Federico Paolucci esce da Fratelli d Italia. La decisione, che covava da tempo, è stata definita all’indomani di uno scambio di messaggi con il senatore Iannone in passato segretario regionale della Fiamma.  “Prendo atto” – ha detto  Paolucci – “della distanza che oramai intercorre tra me e il partito nonostante abbia agito sempre ricercando  la soluzione  dei problemi  come nel caso delle recenti consultazioni  amministrative  in città, dove più volte ho provveduto  a sacrificare le mie ambizioni personali per il bene  della coalizione  e del partito. Davanti alle affermazioni di taluni eminenti personalità di Fratelli  d Italia, parole che non possono iscriversi nel linguaggio della politica, ho deciso di fare un passo indietro e di lasciare il partito”.

Paolucci dunque sbatte la porta proprio nel momento in cui la formazione politica di destra esprime il capo del Governo, la seconda carica dello Stato e in generale rappresenta il 30 per cento del corpo elettorale, nmonostante sia Fratelli d’Italia sia partita da un misero 1,5 per cento. Insomma Paolucci lascia il partito  nel momento del trionfo.  
Ora si apre la stagione delle supposizioni in merito al prosieguo delle attività politica di Paolucci. Aderirà ad un altro soggetto politico o preferirà la soluzione attendistica?
Sta di fatto che resta in piedi la domanda che ha caratterizzato la lunga transizione  politica della formazione di destra nel Sannio e sulla quale Paolucci aveva più volte insistito sollevando il problema  della direzione del partito. In particolare, l’avvocato beneventano aveva chiesto un nuovo organigramma per il dopo Matera, lanciato nella corsa verso lo scranno senatoriale. Le prospettive del partito di Giorgia Meloni risultano ancora nebulose e comunque lontane dal concludersi.  Paolucci, nel comunicare la propria decisione, ha voluto comunque sottolineare la sua contrarietà al progetto del ministro leghista Calderoli sull’autonomia  differenziata delle Regioni che Fratelli d’Italia non avrebbe contrastato in modo efficace nemmeno avviando una discussione sul territorio non convocando nemmeno i coordinamenti  provinciali.