Tempo di lettura: 2 minuti

Nel rimarcare la bontà di ogni utile iniziativa che vada incontro all’urgenza di superare o mitigare le «criticità strutturali» del nostro Sistema Sanitario e, nello specifico, la «Problematica riguardante il Presidio Ospedaliero Sant’Alfonso Maria de’ Liguori in Sant’Agata de’ Goti», urgono alcune precisazioni di merito non svincolate dal contesto entro cui operiamo. Anzitutto, è necessario ricordare come il nostro SSN, basato sull’universalismo e la gratuità della cura, sta attraversando la più grave crisi dalla sua istituzione nel 1978. È di pochi giorni fa l’Appello sottoscritto da 14 scienziati di fama mondiale a difesa del SSN minacciato da inusuali TAGLI e qualche scellerata riforma. Tra i firmatari ricordiamo il fisico e premio Nobel Giorgio Parisi, l’immunologo Alberto Mantovani, l’epidemiologo Paolo Vineis, il farmacologo Silvio Garattini, l’oncologo e presidente del Consiglio superiore di Sanità Franco Locatelli e i suoi vicepresidenti Paola Di Giulio Enrico Alleva.

L’assistenza territoriale non è al passo con i bisogni di una popolazione che invecchia e il divario tra Nord e Sud sta aumentando perché la sanità meridionale è sempre più «sotto finanziata» come i dati mostrano nella loro cruda oggettività. In Italia la spesa sanitaria media pro capite è di 2.140 euro annuiIn Campania è di euro 1.818. Un differenziale di 322 euro pro capite, ovvero 180 milioni di euro annui in meno. Questo è il contesto entro cui sono da ascrivere gran parte delle nostre difficoltà. Andrebbe poi rilevato che l’Assemblea dei Sindaci – cui sono imposti quorum deliberativi per decidere – ha una specifica competenza consultiva sulla «medicina territoriale» dell’ASL mentre, in tema di Presidi Ospedalieri, simile compito è limitato ai soli Sindaci dei comuni dove insistono gli Ospedali medesimi, nel caso Benevento e Sant’Agata de’ Goti.

Precisato anche questo, e al di là di sterili polemiche circa la presenza o meno della D.G. del San Pio,  sarebbe oltremodo efficace vagliare il merito della minuziosa relazione trasmessa dalla quale emerge, documenti alla mano, tutto l’impegno profuso stante le criticità di contesto appena descritte. Pertanto, Tutti, a partire dai rappresentanti del territorio, dovremmo fare squadra ed unirci nella comune battaglia per eliminare il significativo gap di risorse di cui è vittima la nostra sanità campana e meridionale, condizione basilare per organizzare soluzioni concrete in favore dei Cittadini che vadano oltre le solite consunte liturgie elettorali.

Per approfondire (leggi qui)