“Quando muoiono gli innocenti, è il Signore che continua a morire“. E’ stato questo il passaggio cruciale dell’Omelia dell’Arcivescovo di Benevento mons. Felice Accrocca presso la Chiesa Madre del Cimitero per la Messa del 2 Novembre in cui si commemorano i Defunti. Mons. Accrocca sul sagrato della Chiesa ha richiamato le coscienze dei fedeli sul dramma terribile della guerra a Gaza, nel corso della quale in un anno di battaglia tra israeliani e militanti di Hamas, nell’ambito del pluridecennale conflitto in Palestina, i morti sono ormai decine di migliaia, i feriti sono anch’essi molti migliaia, ed il resto della popolazione palestinese vive per la gran parte senza avere un tetto sul capo avendo i bombardamenti e i combattimenti distrutto interi quartieri, con le loro Scuole ed Ospedali. L’Arcivescovo ha ricordato tutto questo dolore e questa sofferenza, che colpisce soprattutto i bambini e i più deboli ed indifesi, affermando che in un anno e un mese di guerra è come se fossero scomparsi gli abitanti di Benevento, di Sant’Angelo a Cupolo ed Apollosa messi insieme. In una giornata dedicata a tutti i propri Cari scomparsi, ciascuno di noi deve pregare per questi sconosciuti che sull’altra sponda del Mediterraneo hanno perso la vita e coloro che sono sopravvissuti hanno perso tutto.
Alla Messa tradizionale del 2 novembre erano presenti nella Chiesa Madre il Sindaco Clemente Mastella, il consigliere provinciale Antonio Capuani, in rappresentanza del Presidente Nino Lombardi, il Prefetto Raffaela Moscarella, il Questore, Giorgio Trabunella il Comandante dei Carabinieri Enrico Calandro. L’arcivescovo ha quindi aggiunto: “Bisogna voler bene ai defunti ma bisogna pensare ai vivi. A chi ha fame, chi ha sete, agli stranieri, i malati, i carcerati. Dio ci chiede di ricordarli. Serve carità”. A questo punto è stata letta la preghiera per la Patria dei Carabinieri. L’arcivescovo, prima della chiusura della celebrazione, ha proceduto alla benedizione delle tombe dei Caduti di tutte le Guerre dove sono state suonate le note del silenzio.