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Novità sul processo ‘Tabula Rasa 2’, a carico di Corrado Sparandeo, Silviio Sparandeo, Giuseppina Piscopo e Italo Di Pietro, finiti in carcere per l’episodio di estorsione compiuta nel giugno 2014 ai danni del titolare di una pizzeria di Ceppaloni. In primo grado era stata chiesta la condanna a 14 anni per Corrado Sparandeo, 10 anni e 8 mesi per Silvio Sparandeo, Italo Di Pietro e Giuseppina Piscopo. Nel 2018 arrivò l’assoluzione dal Tribunale di Benevento. La Corte d’Appello, nella giornata di ieri, ha confermato l’assoluzione per i quattro “perché il fatto non sussiste”.

Ricordiamo che le indagini, sia tecniche che dinamiche oltre a riscontri di natura documentale, avevano consentito di raccogliere concreti elementi probatori sui 4 destinatari dei provvedimenti, acclarandosi che Corrado Sparandeo, sebbene detenuto, continuava attraverso familiari a gestire il clan ed a dirigerne le attività illecite, soprattutto quelle di natura estorsiva tanto che, nell’ottobre 2014, era stato sottoposto allo speciale regime detentivo di cui all’art. 41 bis dell’ordinamento penitenziario.

L’organizzazione criminale, già era stata colpita nel marzo 2014 dall’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, sempre su richiesta  della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli – nell’ambito dell’operazione denominata ‘Tabula Rasa’ nei confronti di 26 persone tra esponenti apicali ed affiliati al clan per il reato di associazione per delinquere finalizzato ad estorsioni, usura, traffico e spaccio di stupefacenti.