“La nuova legge elettorale approvata ieri dal Consiglio regionale della Campania con i voti della sinistra avrà notevoli risvolti sul piano della rappresentanza nella prossima tornata elettorale, prevista per ottobre 2025 a meno di possibili “coup de théâtre” da parte del Presidente De Luca, non nuovo a trovate sorprendenti nel caso il braccio di ferro intrapreso con il suo partito dovesse piegarsi non a suo favore.
Infatti i sindaci dei piccoli comuni fino a 5.000 abitanti in Campania sono circa 340 su 550 per l’esattezza 338 e in provincia di Benevento sono la stragrande maggioranza cioè 70 su 78 non potranno più candidarsi. La nuova legge regionale infatti sbarra la strada ai sindaci della Campania e del Sannio, poiché è stato approvato lo stop alla candidatura per tutti i Sindaci in carica, salvo che gli stessi non si dimettano dall’incarico almeno tre mesi prima delle elezioni Regionali.
Un altro capolavoro della maggioranza di sinistra alla Regione è stata l’introduzione della soglia di sbarramento regionale del 2,5% per accedere alla assegnazione dei seggi all’interno delle liste. Tradotto in parole semplici significa che a differenza di quanto accaduto negli anni passati, ciascun partito dovrà mettere in campo liste equilibrate e competitive in tutte e 5 le circoscrizioni provinciali per partecipare al riparto dei Consiglieri.
L’ultimo tassello di sdoganamento approvata dai Consiglieri di sinistra: non a caso è stata introdotta la norma che consentirà al Consigliere Regionale di poter essere nominato assessore evitando le dimissioni attraverso l’istituto della sospensione fino al termine dell’incarico, facendo così subentrate in primo dei non eletti della sua lista. Insomma una norma approvata in autotutela alla faccia della competenza, della professionalità e del coinvolgimento della società civile.
Insomma la maggioranza consiliare di sinistra ha immaginato di approvare una legge in “autotutela” dopo i disastri compiuti in questi 9 anni di governo nei trasporti, sanità, acqua, infrastrutture, tutela della vita, sostegno alle famiglie e ai soggetti più deboli della società, temi sui quali il centro destra ed in particolare l’UdC è impegnata a difendere la propria storia i propri valori e i quattro pilastri della Dottrina Sociale della Chiesa che sono lo sviluppo, la solidarietà, la sussidiarietà, la destinazione universale dei beni, per poter raggiungere l’obiettivo fondamentale del bene comune dei cittadini”.
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