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A Benevento, una delle province più “virtuose” in Italia per la raccolta differenziata (73%), è a rischio un intero sistema di raccolta e smaltimento rifiuti in seguito alla decisione da parte dell‘Ente d’Ambito Territoriale Ottimale (Ato) Rifiuti di estromettere una quindicina di imprese del settore per affidare in house ad una nuova società da costituire, a totale capitale pubblico, partecipata dai Comuni sia la gestione dei servizi di raccolta, trasporto e spazzamento che tutta la filiera impiantistica per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti urbani nel territorio provinciale.
Tale scelta – viene fatto rilevare nel ricorso delle imprese depositato al Tar Campania dall’avv. Andrea Verdicchioè fonte di danno per le società ricorrenti perché le estromette dal mercato di riferimento, precludendo loro ogni possibilità di concorrere, in forma singola o associata, per l’aggiudicazione della gestione del servizio integrato dei rifiuti nel rispetto dei principi di tutela del mercato e della concorrenza”.
Infine – si legge ancora nel ricorso – si insiste sull’affidamento dell’impiantistica a società pubblica da costituire o alla Samte, società che in questi anni si è dimostrata del tutto incapace di gestire gli impianti, a partire dallo Stir di Casalduni, chiuso a seguito dell’incendio dell’agosto 2018 e che costringe i comuni da allora a conferire presso altri impianti regionali, come quello di Tufino dove bisogna attendere anche 48 ore per scaricare i rifiuti. Una situazione che si trascina da quasi 6 anni e che sta comportando maggiori oneri di trasporto e conferimento per milioni di euro, che fanno lievitare i costi dei servizi al punto tale che, nonostante gli ottimi risultati ottenuti sulla raccolta differenziata, i cittadini del Sannio sono costretti a pagare una tra le Tari più alte d’Italia”.

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