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Napoli – E’ stata inaugurata quest’oggi, al Maschio Angioino a Napoli, la mostra “Il Muro dei Femminicidi“. Una sorta di memoria storica, dove campeggiano i nomi di tante, troppe donne uccise da uomini. Un’opera voluta per sensibilizzare e non dimenticare, per fare in modo che atti del genere possano non ripetersi in futuro. E tra i nomi presenti sul “Muro” anche quelli di due donne uccise a Benevento: Raffaella Ranauro ed Ester Johnson.

Raffaela fu uccisa dal marito, l’allora 46enne Luigi Chiumento, il 21 giugno 2013 all’età di 41 anni. L’appuntato scelto dei carabinieri, poco dopo le 13, mentre si trovava a bordo della propria auto incrociava la vettura a bordo della quale si trovava la moglie, la urtava di proposito per farla fermare e, una volta sceso, impugnava la pistola d’ordinanza e apriva il fuoco uccidendola. Subito dopo rivolgeva l’arma contro se stesso togliendosi la vita. La coppia aveva tre figli: una ragazza di 19 anni, un ragazzo di 16 e un bambino di 8.

Ester, invece, era una prostituta nigeriana, uccisa a colpi di pistola il 14 giugno 2016 all’età di 36 anni. Cinque colpi d’arma da fuoco e poi il corpo gettato sui binari. Madre di un ragazzo di 13 anni, tutti i giorni viaggiava in treno da Castelvolturno a Benevento per “necessità“. A notare il corpo senza vita vicino ai binari e a far scattare l’allarme fu il macchinista di un treno locale.

Due storie da ricordare. Due nomi da non dimenticare. Affissi in mezzo a tanti altri sul “Muro dei Femminicidi“. Sensibilizzare, perché solo in Italia nel 2021 sono state uccise 118 donne, 102 delle quali ammazzate in ambito familiare/affettivo e di queste 70 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex partner.