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Sassinoro, Casalduni, Fragneto Monforte: è il ‘Tour della Munnezza’ di Forza Italia. Per ogni tappa un sopralluogo. Il primo nell’area Pip di contrada Pianelle, dove dovrebbe sorgere un impianto di compostaggio; il secondo nello stabilimento – oggi sotto sequestro – che ospita lo Stir gestito dalla Samte; l’ultimo era in programma a Toppa Infuocata, ma si è poi preferito chiudere direttamente con la conferenza stampa nella sala consiliare del Comuni di Fragneto Monforte, considerato che la struttura era comunque inaccessibile.

A tirare il gruppo, la senatrice Sandra Lonardo (leggi qui il suo intervento), l’ex governatore e oggi capo dell’opposizione di centrodestra in Consiglio regionale Stefano Caldoro, il presidente del gruppo azzurro a palazzo Santa Lucia Armando Cesaro.

Presenti anche l’intero gruppo dirigente di Fi, con in testa il commissario provinciale Domenico Mauro, il presidente Vincenzo Russi e il responsabile organizzativo Leonardo Ciccopiedi, e diversi sindaci: Raffaele Caputo (Fragneto Monforte), Pasqualino Cusano (Sassinoro), Antonio Di Maria (Santa Croce del Sannio), Pasquale Iacovella (Casalduni), Pasquale Narciso (Campolattaro). Per Gioventù Nazionale, infine, c’era Domenico Giglio.

Ad aprire il confronto con gli organi di informazione, come d’abitudine, il padrone di casa, la fascia tricolore Caputo.

E’ con piacere che ospito Stefano Caldoro. Da governatore è stato esempio di correttezza istituzionale, assumendosi e mantenendo l’impegno a smaltire 4mila ecoballe subito dopo un terribile incendio al sito di Fragneto Monforte. Da quando è andato via, – ha aggiunto Caputo – qui non è cambiato più nulla. Nessuna opera di salvaguardia dell’area è stata eseguita e la situazione delle nostre infrastrutture è inevitabilmente peggiorata. Quanto a Casalduni, con la puzza che avete sentito oggi noi ci conviviamo da 16 anni”.

La nostra non è una passerella – ha sintetizzato Domenico Mauro nella sua introduzionema una iniziativa volta a formulare proposte utili per i sindaci e per il territorio”.

A mettere i piedi nel piatto, allora, è stato Armando Cesaro. “Siamo qui per lanciare una battaglia giusta. Uno pensa al Sannio e immagina una terra ricca di bellezze e di paesaggi incantevoli. E invece siamo costretti a fare il ‘Tour della monnezza’. Non è accettabile. Così come non si può tollerare il paradosso di una provincia, quella di Beneveneto, che produce meno rifiuti fra tutte, fa più differenziata degli altri e paga le tasse più alte in assoluto. E’ il frutto dell’approssimazione assoluta con cui sta operando questa Regione prepotente”.

Ma l’intervento più atteso, evidentemente, era quello di Stefano Caldoro. L’ex numero 1 di palazzo Santa Lucia non fa fatica a indicare nel suo successore, Vincenzo De Luca, il responsabile di una “crisi che ora si vuol far pagare innanzitutto alle province interne della Campania”.

Per affrontare e superare una volta per tutte la questione rifiuti, avevo individuato due termovalorizzatori: uno nella città di Salerno e l’altro a Napoli. Il mio piano è stato però boicottato da De Luca e de Magistris che hanno cambiato la destinazione d’uso dei terreni dove bisognava costruire. Si fosse dato seguito a quel progetto, ora ci ritroveremmo tariffe dimezzate e tutti questi piccoli impianti disseminati per le province – e dove si verificano incendi di continuo – non ci sarebbero”.

Se parliamo di ecoballe, – ha proseguito Caldoro – sono sei milioni quelle che dovevano essere già fuori da questa regione, stando alle promesse di Renzi e De Luca. E invece ne sono state trasferite soltanto 150mila, una quantità addirittura inferiore a quelle arrivate. Un disastro colpa di un piano che non ha né testa né coda. E che lascia inevaso l’interrogativo più importante: dove verrà realizzata la maxi-discarica compresa nel progetto validato dall’Unione Europea?”.

Per il da farsi, l’obiettivo è spostare la mobilitazione dai territori al Consiglio regionale.

Due sono le battaglie che porteremo avanti a Napoli. La prima per stoppare l’insediamento dell’impianto di compostaggio a Sassinoro, la seconda per portare via dal Sannio le 65mila ecoballe presenti nei vari siti. Soltanto a quel punto si potrà parlare di altro”.

In attesa di capire cosa accadrà nel parlamentino campano, a Benevento c’è già una data da segnare in rosso sul calendario. La indica Pasquale Iacovella: “Il 28 settembre voteremo per la nuova presidenza dell’Ato Rifiuti. Si tratta di un appuntamento decisivo perché se va bene possiamo davvero sperare di risolvere i tanti problemi che sono oggi sul tappeto. In caso contrario, tutte le nostre attese sarebbero affossate”.