“Anche la primavera dà il tempo al comune, e non solo, di poter preparare le strade per “noi disabili della vista”. Ebbene è giusto cominciare così quella che magari non dovrebbe essere una polemica, ma in effetti lo è, in quanto il diritto al lavoro, o meglio andare al lavoro o una passeggiata all’aria fresca, che a tutti è concessa, per i non vedenti e ipovedenti, ma in generale a tutti i portatori di handicap, no. A noi tutto questo viene negato da un incuria generale in tutta la provincia. Possiamo parlare dei marciapiedi impraticabili, come già denunciato da un nostro amico, che non ci permettono di camminare in sicurezza; dei Loges, che per i non addetti ai “lavori”, per loro fortuna, sono quelle strisce che si sentono sotto i piedi e che servono ad indicare un percorso, che spesso finiscono in un punto morto; i posti per gli invalidi spesso occupati da chiunque senza un minimo controllo”. Così in una nota Maria Francesca e Raffaele Goglia.
“Vogliamo parlare – scrivono – degli autobus senza gli ausili necessari a chi non vede? Dei semafori sonori? Insomma la polemica nasce spontanea in una città dove se cammini con il bastone bianco pensano che stai facendo trekking, se non hai la sedia a rotelle non puoi parcheggiare nei posti per gli invalidi, dove ad un cieco chiedono per documento di riconoscimento la patente, cosa si può fare se non polemica? Non chiediamo molto, almeno pensiamo, ma noi, con questo articolo, vorremmo sensibilizzare l’opinione pubblica e soprattutto gli amministratori di tutti i comuni della provincia, a essere più presenti e attivi per risolvere i problemi delle persone diversamente abili, e non pensare solo a scrivere programmi elettorali senza portare a termine mai nulla”.