Metalmeccanici in lotta stamani per il posto di lavoro. Nel centro storico di Benevento lavoratori e sigle sindacali, di nuovo unite dopo tanti mesi di separazione, hanno manifestato in occasione di uno sciopero di otto ore indetto dalla Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm-Uil su tutto il territorio nazionale. La protesta per il nuovo contratto nazionale, scaduto a giugno 2024. I metalmeccanici sono scesi in piazza concentrandosi davanti alla Prefettura per un corteo che ha percorso il Viale Atlantici, il viale Mellusi fino ad attestarsi davanti alla nuova sede di Confindustria Benevento in piazza Risorgimento. La mobilitazione e lo sciopero riflettono le lotte su scala nazionale e le vertenze locali: si incrociano una serie di rimostranze che per quanto riguarda i lavoratori sanniti vedono i punti di maggiore aggressione al posto di lavoro nella vertenza Hanon, azienda la cui proprietà avrebbe deciso di togliere lo stabilimento produttivo nel capoluogo sannita, ma il cielo è grigio sotto tutte le latitudini a causa soprattutto della politica dei dazi introdotta dal Presidente degli Stati Uniti Trump a partire dal prossimo 2 aprile, con una mazzata del 25% che colpirà in particolare il settore automobilistico ed il relativo indotto.
Anche il tema della sicurezza sui luoghi del lavoro al centro della mobilitazione: ormai ha affermato Massimiliano Guglielmi della Fiom ci sono tre morti al giorno sul luogo del lavoro: “E’ inammissibile”.
Presente questa mattina anche il segretario provinciale della Cgil Luciano Valle
Massimiliano Guglielmi della Fiom ha spiegato: “E’ una grande giornata di lotta. Otto ore di sciopero in tutta Italia. Anche qui a Benevento le fabbriche si sono fermate e l’adesione è stata alta”. Sul Contratto nazionale il sindacalista ha sottolineato: “E’ uno strumento di equità e di solidarietà che mette allo stesso livello tutti i lavoratori metalmeccanici. Serve soprattutto nel Mezzogiorno e nel nostro Sannio. Questo strumento serve a riacquistare la dignità. Vogliamo risposte salariali alla precarietà. I nostri giovani sono assunti molto spesso con contratti precari e noi vogliamo tutele e sicurezze sul luogo del lavoro. L’industria deve essere equa”.
Per la Uil Regionale presente Antonello Accurso che ha spiegato: “Non si possono scaricare responsabilità sui lavoratori. La ricetta di abbassare il costo del lavoro per non far abbandonare le multinazionali non funziona. Vanno via lo stesso. Bisogna aumentare i salari”.
Accurso ha poi esortato: “All’interno del contratto nazionale noi chiediamo più sicurezza, chiediamo la stabilizzazione dei precari. L’uso selvaggio dei contratti a termine o dei contratti ad interinali è sempre più selvaggio. Puntiamo ad un’industria di qualità”. Giuseppe De Francesco della Cisl regionale ha sottolineato: “Siamo in un contesto geopolitico complesso. Il Governo da solo non può farcela. Le scelte europee incidono sulla pelle di tutti i lavoratori. Dai dazi tutto si ripercuote sui salari dei lavoratori. Bisogna incidere a livello europeo. Le scelte devono essere ponderate e abbiano un impatto sociale minimo”.