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Carriera professionale, ambizione politica e voglia di far parlare di sè. Tutto nasce dalla scuola e tutto resta indelebile quando si apre l’album dei ricordi dell’esame di Stato. O meglio, l’esame di maturità, quella che un giovane Clemente Mario Mastella ha superato presso il Collegio La Salle evidentemente prima di quel fatidico snodo cruciale.

“L’esame di Stato fu come uno spartiacque, per molti della mia famiglia fu ostacolo insormontabile, per i miei genitori fu invece motivo di vanto essendo il primo della famiglia a superare l’ostacolo, tra l’altro conseguendo voti alti”.

Classico secchione o qualche preferenza tra le varie materie? Io non ero bravo in matematica e l’unica equazione trigonometrica la ‘indovinai’ alla maturità. Allora le materie scientifiche erano accomunate alla filosofia, disciplina che amavo tantissimo e questa mia alta preparazione  convinse il prof di matematica a non chiedermi nulla avendo capito che la mia strada era un’altra”. 

Come ricorda i giorni che anticiparono gli esami? “Bellissimo il ricordo della preparazione. Studiavo con il mio caro amico Antonio Delcogliano, stimato medico ortopedico. Frequentavo casa sua, ero circondato dalla borghesia beneventana e per me era motivo di vanto. Lui fumava, ci provavo anche io a fare qualche tiro ma non ero predisposto, mi saliva solo un gran mal di testa. Ci siamo sostenuti e spronati durante i giorni pre-esame fummo indispensabili l’uno per l’altro”.

Ansia, fobie, paure, come furono quei giorni? “L’attesa fu drammatica, mamma mi dava l’uovo col marsala, prima di andare a scuola si passava in chiesa per una preghiera affidandosi a nostro Signore. Era una prassi che mi piaceva, mi rendeva più leggero”.

A diploma conseguito, quale fu il regalo? “Mio padre mi diede 30mila lire, li spesi girando l’Italia del Nord tra il treno e l’autostop, prima tappa ‘quel ramo del lago di Como’. Ricordo fu un’estate fantastica”.