Tempo di lettura: 3 minuti
NAPOLI – Primo lunedì di campagna elettorale a Napoli. In vista del 25 settembre, come riscaldano (con questo caldo) i motori tre sindaci del calibro di Luigi de Magistris (in veste di ex), Clemente Mastella e Gaetano Manfredi?
 
Risposta in breve: i primi due, pirandellianamente, a caccia di autore. Il terzo, che invece ha già la sua bella parte in commedia, cercando di stare quanto più possibile dietro le quinte.
 
Il primo ad uscire allo scoperto è stato proprio l’ex, colui il quale più di tutti non vedeva l’ora che scoccasse l’ora di una nuova campagna elettorale perché fermo ai box dopo lo smacco subito un anno fa in occasione delle regionali calabresi.
 
Con una intervista rilasciata a Repubblica, de Magistris ha fatto sapere che è pronto a scendere coi gradi di capitano del suo cartello di sinistra massimalista che sarebbe composto da Rifondazione Comunista e Potere al Popolo: “Mi candiderò sicuramente a Napoli”.
 
Ma, con questa premessa, ha chiesto al leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte un’alleanza che metta assieme “sinistra, Luigi de Magistris, Alessandro Di Battista e Movimento 5 Stelle ritornato alle origini: sarebbe l’unica novità in questa elezione”.
 
Alla domanda se non sarebbe da considerare un azzardo la sua bandana con la pochette dell’ex premier pentastellato, ha risposto che, in fondo, le 9 cose che ha chiesto l’Avvocato del Popolo a Mario Draghi prima di porre fine al Governo, lui le ha “già fatte” da sindaco.
 
Restando a Luigi Pirandello, così è se vi pare.
 
Fatto sta che, in mattinata, a distanza, ha ripreso il filo dei sindaci vogliosi di tentare il grande salto in Parlamento e per questo in cerca di autore (o, quantomeno, di qualche alleato) il primo cittadino di Benevento Clemente Mastella.
 
In una conferenza stampa organizzata al Circolo Rari Nantes ha presentato il simbolo di Noi di Centro. Ma la prima cosa che ha puntualizzato è stata questa: Nessuno mi ha chiamato. Se mi chiamano io ascolto tutti, ma non vado a elemosinare niente a nessuno. Noi siamo anche disponibili ad andare da soli”.
 
Poco più tardi, il testimone dei sindaci nel primo lunedì di campagna elettorale è andato nelle mani di quello di Napoli, Gaetano Manfredi.
 
Alla domanda dei cronisti se per caso stia pensando di candidarsi per il Parlamento, ha sgomberato subito il campo: “No, non mi candido. I napoletani mi hanno votato per fare il sindaco di Napoli. Ho un impegno con loro che onorerò concentrandomi al massimo sulla città. Facendola rispettare a livello nazionale, ma senza candidatura”.
 
Come dire: dei tre, Manfredi è l’unico che ha visto la caduta anticipata del Governo Draghi solo come un intralcio al suo percorso di amministratore e non (anche) come una opportunità politica. Soprattutto ora che è costretto a fare un tagliando anticipato alla sua giunta (“Nei prossimi giorni sostituiremo Mia Filippone”).
 
Tuttavia, paradossalmente, dei tre, è l’unico che è stato chiamato dai big nazionali per dare una mano nella composizione delle liste. Vorrebbe agire quanto più possibile tra le quinte, ma un autore già ce l’ha: si chiama Enrico Letta.