Montesarchio negli ultimi anni è diventata una piazza di spaccio ricca con un giro d’affari da oltre 50 mila euro al mese. Dal 2021 al 2022 sono stati sequestrati 800 grammi di marijuana, 200 grammi di hashish, 30 grammi di cocaina e 15 grammi di crack. Questo il bilancio dell’operazione condotta dai della Compagnia Carabinieri di Montesarchio, con l’ausilio del Nucleo Cinofili di Sarno in esecuzione di un’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Benevento su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, che ha portato all’iscrizione nell’elenco degli indagati di 10 persone. Agli arresti domiciliari sono finiti Sergio Uliva, 56 anni, (Baraccone), Manuele Campanile, 24 anni, (‘A Pisciazz) e Vincenzo Avella, 60 anni, (‘U Triglione) tutti di Montesarchio. Nell’inchiesta spiccano i nomi dei noti ras della droga della Valle Caudina, Maurizio Arena, 46 anni di Montesarchio, a cui è stato è stata applicata la misura cautelare dell’obbligo di firma, e di Marco Iovino, (Marcuccio), 59 anni di Bonea, indagato a piede libero. Ai due viene contestato di rifornire di droga Uliva e gli altri. Svolgevano una vera e propria funzione di narcos. Come si ricorderà Iovino e Arena erano considerati tra i capi della nota Operazione Brtitish del 2022, che portò a 10 arresti a Montesarchio, rispetto a questi due gli altri erano considerati dei collaboratori non identificati, per i quali oggi è spiccata questa nuova ordinanza. Obbligo di firma anche per un P. G. 34 anni, di Montesarchio a cui vengono contestati diversi episodi in cui rifornisce di droga Sergio Uliva ed altri, e P. L, 58 anni, di Bonea, mentre per altre quattro persone chiamate nell’inchiesta non è stata adottata alcuna misura. Gli indagati sono indiziati di detenzione e cessione di sostanze stupefacenti in concorso tra loro e sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Vittorio Fucci, Mario Cecere e Teresa Meccariello.
L’inchiesta e le intercettazioni: “La piazza di spaccio vale oltre cinquantamila euro al mese”
L’indagine parte da un sequestro dei Carabinieri di Montesarchio nell’ottobre 2021, quando i militari avevano rinvenuto numerose dosi di sostanze stupefacenti a piazza La Garde, suddivise in 20 grammi di marijuana e 30 grammi di hashish. Dopo il primo sequestro i militari decisero di installare tre videocamere nel parcheggio presente in piazza, e avviare intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, pedinamento e controllo, perquisizioni e sequestri al fine di individuare i soggetti che si cimentavano nell’attività di spaccio. Più precisamente, durante i diversi mesi in cui sono stati svolti gli accertamenti, si è riuscito a ricostruire la presenza, di un vero e proprio mercato di stupefacenti.
L’attività investigativa, dunque, ha permesso di ricostruire decine di episodi di spaccio commessi fino al mese di luglio 2022, procedere all’arresto in flagranza di due persone, identificare circa ottanta acquirenti di sostanza stupefacente e sequestrare circa 800 grammi di marijuana, 200 grammi di hashish, 30 grammi di cocaina e 15 grammi di crack. Si è scoperto che Uliva, Avella e Campanile avevano trasformato piazza La Garde in un vero e proprio market della droga. Le telecamere avevano registrato, dal dicembre 2021 al marzo del 2022, una rilevante attività di spaccio messa in atto dai tre indagati. Era stata avviata anche un’attività di intercettazione di conversazioni nell’auto di Uliva, una Fiat Panda, dove dai dialoghi si è potuto riscontrare l’illecita attività. Il cuore dell’inchiesta è composta proprio dalle intercettazioni e dai riscontri dati anche da 80 episodi di spaccio. Nel corso di una conversazione intercettata dagli investigatori, Campanile e Avella stavano litigando proprio sul compenso dell’attività di spaccio gestita in concorso, poi erano andati a casa di Uliva, avevano fatto i conti dei guadagni e, al ritorno, dopo aver commentato il fatto che Uliva, avendo visto il denaro, era tranquillo, Avella aveva detto che “la piazza di spaccio da loro gestita valeva circa cinquantamila o sessantamila euro al mese” ed aveva proposto di vendere anche dosi maggiori (da 50 euro anziché da dieci come stavano facendo). In un’altra intercettazione i tre discutono di un sequestro di droga dei carabinieri in Piazza La Garde, che come si evince dalla conversazione era stata nascosta da loro per la successiva rivendita: “…chi te muorto, vanno troppo a colpo sicuro, però tu ce l’avevi messa 5 minuti”. In un’altra occasione Uliva viene intercettato mentre invita Campanile e Avella di andare a prendere altro hashish (chiamato “fumo” nella conversazione”) nel luogo dove era stato nascosto, cosa che verrà poi effettuata da Avella per poter continuare la vendita. Avella torna e divide la sostanza da piazzare con Campanile: “Tutti quanti me li dai a me, che me li dai a fare… 15 a te e 15 a me”.