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Un nuovo capitolo si aggiunge alla drammatica vicenda della piccola Maria Ungureanu, la bambina di 9 anni trovata morta nella piscina di un agriturismo a San Salvatore Telesino il 19 giugno 2016. Oggi, presso la III Sezione Penale della Corte di Assise di Napoli, si è tenuta la prima udienza di appello, durante la quale la Corte ha accolto la richiesta della Procura Generale e degli avvocati delle parti civili, Mariassunta Zotti e Augusta Rapuano, disponendo la rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale.

La decisione della Corte è stata motivata dalla necessità di riesaminare alcuni elementi chiave del processo. In particolare, verranno nuovamente ascoltati diversi testimoni e, soprattutto, i tecnici di laboratorio che hanno analizzato i bicchieri ritrovati a bordo della piscina il giorno della tragedia. Un dettaglio che potrebbe riaprire scenari investigativi su quanto accaduto alla bambina nelle ore precedenti alla sua morte.

Il caso di Maria Ungureanu ha attraversato negli anni una complessa vicenda giudiziaria. Nel processo di primo grado, il pubblico ministero Giulio Barbato aveva richiesto condanne a 5 e 4 anni per i due imputati, i fratelli romeni Daniel e Maria Cristina Ciocan, accusati di aver abbandonato la bambina. Tuttavia, la Corte di Assise (presidente Pezza, a latere Telaro, con giuria popolare) li ha assolti con formula piena, “perché il fatto non sussiste”.

Negli anni successivi, il caso ha continuato a essere oggetto di perizie e battaglie legali. Nel 2021, il gip di Benevento Vincenzo Landolfi aveva disposto l’archiviazione dei reati di omicidio e violenza sessuale, escludendo che la bambina fosse stata uccisa. L’unica accusa rimasta in piedi nei confronti di Daniel Ciocan era quella di abbandono di minore, poiché l’uomo fu l’ultimo a vedere Maria viva prima della sua tragica fine. Anche il padre della bambina, inizialmente indagato per presunti abusi, fu scagionato. Un elemento chiave emerso dalle indagini fu la seconda autopsia effettuata nel 2020, che escluse in modo definitivo la violenza sessuale, contraddicendo le ipotesi iniziali.

La decisione della Corte di Assise di Napoli riaccende i riflettori sul caso e apre nuovi interrogativi. La rinnovazione del dibattimento potrebbe portare a svolte inattese, soprattutto in relazione ai bicchieri ritrovati sulla scena del crimine. La ricerca della verità sulla morte di Maria Ungureanu è tutt’altro che chiusa.