Accusato di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate ai danni della figlia e violenza sessuale ai danni della convivente, finisce a processo.
La vicenda vede come protagonista un 32enne di Apice, sottoposto per questa causa alla misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Benevento dal ottobre del 2022, dopo l’attivazione di un codice rosso a seguito della denuncia presentata dalla donna.
Secondo l’accusa, almeno dall’anno 2020, sin dai primi anni della convivenza, con reiterate ed abituali ingiurie ed epiteti offensivi l’uomo maltrattava la donna, 27enne di Apice: “Sei una poco di buono, puzzi di uomini, zoccola, puttana, non sei buona a niente, non sei capace neanche a fare la madre”. L’uomo, durante questo periodo, avrebbe anche rinchiuso la donna in uno sgabuzzino. Inoltre, secondo gli inquirenti, chiamava insistentemente la donna e controllava tutte le abitazioni delle sue amiche ogni volta che usciva. Molte volte gli ha sottratto le chiavi dell’auto e i soldi impedendole di uscire per recarsi sul posto di lavoro, percuotendola più volte con schiaffi al volto, lancio di suppellettili, calci alla schiena. Una condotta violenta e vessatoria che aveva scatenato nella vittima sofferenze ed umiliazioni, fonte di un disagio grave e incompatibile con le normali condizioni dell’esistenza.
Inoltre, l’uomo in qualità di ex compagno e convivente della persona offesa, dopo la cessazione del rapporto avvenuto nel 2020, ha continuato ad infastidire la donna con continui comportamenti molesti, pretestuosi e vessatori. Il 32enne avrebbe iniziato a pedinarla con appostamenti sotto l’abitazione della donna e dei suoi parenti. Poi ancora, visite sul luogo di lavoro, reiterati messaggi molesti del tipo: “tu nel frattempo pensa a stare a Benevento a piazza con quattro scemi che ti sbavano dietro”; “Se hai il coraggio mi puoi fare chiamare da questo mongoloide che tieni al fianco, hai capito mi puoi far chiamare non ci sono problemi. Ti ho detto che voglio parlare con questo cristiano”.
Oggi, durante l’udienza preliminare, il legale dell’imputato, l’avvocato Antonella Mazzone, aveva chiesto il non luogo a procedere, mentre la persona offesa, difesa dall’avvocato Antonio Leone, si è opposta alla revoca della misura cautelare. Al termine dell’udienza il giudice, preso atto della richiesta del difensore dell’imputato e dai pareri espressi dal Pubblico Ministero, ha deciso che non sussistono le esigenze cautelari valutate dal Gip ed ha disposto la revoca della misura in atto nei confronti del 32enne, ma ha rinviato a giudizio l’uomo. Il processo partirà il 18 settembre 2023.