Tempo di lettura: 3 minuti

Benevento – Un medley di canzoni napoletane, e non solo, per rendere la detenzione meno difficile di quanto già non lo sia. Con questo spirito, e con la consapevolezza di esserci riuscito, si è tenuto l’evento musicale all’interno della casa circondariale di Benevento questa mattina. Presenti tanti detenuti che hanno avuto modo di poter ascoltare le canzoni classiche del repertorio napoletano, nell’arrangiamento del maestro Carlo Morelli, del Teatro San Carlo, e nell’esecuzione di sei bravissime cantanti dell’associazione culturale e musicale ‘Ad alta voce’.

Da sempre – così ha iniziato il maestro – abbiamo cercato di portare la musica all’interno di queste strutture perchè pensiamo che sia il mezzo migliore, anche culturale, per cercare di alleviare il peso di una detenzione. Qualche ora di svago nel segno della musica. Non è la prima volta che lo facciamo, anzi speriamo di poterne fare sempre di più”.

Soddisfatto anche il direttore del carcere di Benevento, il dottor Gianfranco Marcello.

Siamo sempre aperti a iniziative come queste. Sappiamo che possiamo regalare un po’ di normalità ai nostri detenuti. Il garante Ciambriello ha messo in piedi un discorso che trova il nostro pieno appoggio. Le ragazze sono state bravissime anche nell’interpretare questi pezzi del classico napoletano. E poi abbiamo il maestro del Teatro San Carlo, un segnale di un livello altissimo”.

Col direttore, però, c’è stata anche l’opportunità di poter parlare dell’ultimo episodio di violenza denunciato dai sindacati, l’aggressione di un detenuto con problemi psichiatrici ai danni di un poliziotto penitenziario.

Purtroppo ci siamo trovati in questa situazione con un detenuto con problemi che ci è stato mandato da Carinola. Una situazione spiacevole che si può spiegare col fatto che c’è una grande carenza di medici e psichiatri all’interno della struttura”.

Soddisfatto il Garante Ciambriello che è intervenuto dopo la prima serie di brani delle sei cantanti. Un fiume in piena, vedere i detenuti piacevolmente coinvolti, significa aver centrato il bersaglio.

“Credo fortemente nel valore della musica, che genera bellezza ed emozioni. Per questo, ho pensato di organizzare diversi eventi musicali negli Istituti di pena campani. Per i detenuti non è solo un momento distensivo, ma un’occasione di riflessione su se stessi e sugli altri. Sono fortemente convinto del potere terapeutico della musica, in grado di ricucire ferite, di rievocare ricordi e di infondere speranza”.

I detenuti, i protagonisti dell’evento, nonchè spettatori interessati di un momento di ritorno alla normalità.

Ci vogliono momenti come questi – commentano le due autorizzate a parlare – ci aiutano a sentire meno il peso della detenzione. Arriviamo da due anni complicati con privazioni che sono andate oltre la carcerazione. Anni di covid e di contatti annullati per questo. C’era solo whatsapp per comunicare. Eventi del genere ci danno un po’ di respiro”.