Comincia a farsi strada anche nei nostri territori la necessità di adottare un sistema di abitazione comunitaria in cui le persone vivono in case private, ma condividono spazi comuni. Questo modello di abitazione, progettato per promuovere l’interazione sociale e la collaborazione tra i residenti per condividere spazi comunitari come cucina, sala da pranzo, lavanderia e spazi ricreativi, come giardini, parchi giochi e percorsi pedonali viene definito Cohousing prendendo a prestito un termine anglosassone.
Anche se il concetto di Cohousing è nato in Danimarca negli anni ’60 e si è diffuso in vari paesi, offrendo benefici sociali, pratici ed economici. I residenti collaborano nella pianificazione e gestione delle attività comunitarie, mantenendo al contempo la loro privacy e indipendenza. Dopo alcuni esperimenti condotto in Toscana e a Napoli è necessario esportarlo nelle aree interne della dorsale appenninica per svolgere una funzione fondamentale per contrastare lo spopolamento e l’invecchiamento della popolazione. Infatti grazie all’introduzione di sistemi residenziali innovativi ispirati a nuove concezioni di aggregazione e socializzazione, per garantire la coabitazione tra gruppi sociali eterogenei, con spazi comuni, locali per la didattica a distanza, postazioni per il telelavoro, locali per favorire la socialità e lo sviluppo di attività ricreative, l’esperimento è attivo in circa 20 comuni del Sud. In alcune località è anche previsto l’utilizzo di ambulatori per la comunità e lavanderie. Oltre ad aree giochi per bambini, parchi sensoriali, piscine scoperte a servizio degli appartamenti e parchi pubblici attrezzati. “Per raggiungere questo obiettivo – precisa il Commissario provinciale dell’UdC Antonio Verga – estremamente utile per vivificare il nostro sistema urbano dei piccoli comuni e delle aree montane che sono a rischio di desertificazione sociale, l’UdC del Sannio propone ai Comuni di adottare una progettazione di rigenerazione urbana per contrastare l’emergenza abitativa, ma con scopi ideali e sociali per creare luoghi più attraenti e partecipativa, in grado di favorire capace il benessere sociale attraverso forme abitative comunitarie adottando modelli innovativi, per offrire soluzioni sostenibili per incrementare l’inclusione. In questo la Regione Campania – conclude il Commissario Verga – anziché erogare finanziamenti a pioggia senza alcun ritorno sul piano produttivo e sociale l’UdC chiede di finanziare la realizzazione nelle aree a più forte la creazione di laboratori di innovazione sociale e urbanistica, replicato in tutto l’area appenninica come fattore innovativo di contrasto all’abbandono dei territori interni e montani in via di spopolamento”.