Tempo di lettura: 2 minuti

Quello in programma sabato al ‘Ciro Vigorito’ contro il Monopoli sarà un match in salsa amarcord per Ernesto Starita, che ha trascorso una fetta importante della sua carriera proprio tra le fila della compagine pugliese. Con i biancoverdi l’esterno napoletano ha disputato una prima parte di stagione da brividi con undici reti realizzate, due delle quali proprio al Benevento nella nefasta gara di andata (3-0) per i colori giallorossi. Forse quel giorno è scattata la prima scintilla tra la Strega e il classe 96’, poi arrivato nel Sannio nel mercato di gennaio soffiandolo sul suono della sirena all’Avellino con conseguenti polemiche. Corsa, tecnica e capacità di ‘vedere’ la porta sono state le caratteristiche che hanno spinto Carli a portarlo in giallorosso, il profilo ideale per il 3-4-3 di mister Auteri. Ma qualcosa fino ad ora non è andato nel verso giusto con una sola rete realizzata in nove presenze e troppe gare anonime. Don Gaetano non è affatto un tecnico banale: il suo è un meccanismo perfetto dove ognuno deve suonare alla perfezione il proprio spartito, concetto che ha ripetuto anche ieri durante la seduta a porte aperte incitando Starita ad attaccare lo spazio nel modo giusto. All’appello, ormai, mancano solo sei giornate e l’esterno giallorosso vuole cambiare marcia mettendo al servizio della Strega il suo talento, che nel Sannio si è visto solo a tratti, come a Potenza quando ha confezionato un assist con il contagiri per il raddoppio di Lanini. Facile immaginare il tourbillon di emozioni che passeranno nella testa di Starita sabato quando salirà il tunnel che porta al terreno di gioco fianco a fianco con i suoi ex compagni, anche se la rivoluzione di gennaio ha profondamente modificato l’undici biancoverde. Una cosa è certa: per provare a rimettere in discussione il primo posto, ai giallorossi saranno necessari anche i gol di Starita con l’esterno ieri apparso on fire durante la seduta a porte aperte all’Imbriani durante la quale ha fatto vedere un paio di numeri importanti del suo repertorio. In fondo, anche “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, commedia di Oscar Wilde, prevede il lieto fine, quello che auspicano i tifosi giallorossi rivedendo anche nel Sannio lo Starita scintillante di Monopoli.