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“C’erano cose che non capivo, cose che non mi piacevano e cose per cui valeva la pena di combattere”: Arthur Koestler raccontava così la sua giovanile decisione di un impegno politico militante, anche se tutto non gli era chiaro e gradevole.

Quali sono “cose per cui vale la pena di combattere”, tali anche da prevalere su ciò che non piace o non si capisce, che la politica oggi offre alla passione e all’intelligenza delle nuove generazione? Se restringiamo il campo all’analisi della situazione politica nella provincia sannita, in questi caldi mesi d’estate, probabilmente la risposta non potrà che essere: “niente, non c’è niente per cui vale la pena combattere”

Esposti, denunce, querele….è ciò che resta della rovente estate dei ‘moderati‘ sanniti. Nel silenzio più assoluto di Fratelli d’Italia e Partito Democratico, sono i partiti, cosiddetti di centro, a darsi le ‘mazzate’. Sul ring della politica sannita, schierati uno difronte all’altro, Forza Italia e Noi di Centro. Probabilmente le due compagini che andranno a contendersi la leadership territoriale in vista dei prossimi appuntamenti elettorali alla Provincia e alla Regione. 

A colpi di botta e risposta, i due partiti a forte trazione moderata, si son pungolati per tutta l’estate. Fino ad oltrepassare il limite. Fino a trasformare le vicende politiche d’interesse generale (come ad esempio la questione della pista ciclo-pedonale) in un semplice “rumore di fondo”. 

Il dibattito culminato con le querele da una parte e la distesa di solidarietà dall’altra, fa si che la politica venga additata come una sorta di mercato nero frequentato da gangster. E se non fosse proprio questo il motivo che ha portato alle ultime elezioni europee addirittura a superare la soglia del 50% di astensionismo in Campania? 

Come raccontava Koestler c’è veramente bisogno di “cose per cui vale la pena di combattere”. Senza oltrepassare il limite. Per far si che le nuove generazioni possano appassionarsi ancora alla politica e mettersi in gioco per il bene comune. 

Quando la politica si trasforma in denunce, esposti e querele: nessuno ha ragione, tutti hanno torto.  Quando la politica oltrepassa il limite: aumenta il disinteresse dei cittadini verso l’impegno politico e con esso lo scetticismo di fondo nei confronti dei partiti.