L’Arcivescovo di Benevento Mons. Felice Accrocca ha portato la sua solidarietà ai lavoratori della Hanon System recandosi al presidio di questo pomeriggio di contrada Olivola dei lavoratori dell’Azienda coreana che lottano per il proprio posto di lavoro.
La situazione è delicata: i 65 lavoratori hanno dovuto assistere nei giorni scorsi alla conferma da parte della proprietà della volontà di chiudere il sito di contrada Olivola. Anche l’incontro a Roma, al Ministero del Lavoro, negli uffici del sottosegretario Claudio Durigon, è stato infruttuoso rispetto alle attese.
La decisione di chiudere il sito produttivo beneventano sembrerebbe legata al calo delle commesse, diminuite da giugno scorso di non meno del 50%. Una situazione molto grave che peraltro coinvolge a livello internazionale lo stesso settore dell’automotive: non si intravedono spiragli se non prolungare almeno sino a dicembre il ricorso agli ammortizzatori sociali.
Resta in piedi un’altra opzione: ovvero trovare nuovi imprenditori, ma ovviamente la cosa non è affatto semplice. Un dramma economico e sociale di vaste dimensioni anche perché incide su un comparto ad alto valore aggiunto di innovazione. Questo pomeriggio mons. Accrocca accompagnato da Francesca Mandato, presidente Diocesana dell’Azione Cattolica e da un rappresentante dell’Associazione Libera, ha voluto esprimere la propria vicinanza e quella del mondo della Chiesa ai dipendenti in lotta.
Presente questo pomeriggio anche il segretario provinciale Cgil Luciano Valle. L’Arcivescovo ha voluto ricordare anche un trauma personale che lo spinge sempre a sodalizzare con i lavoratori: “Ho vissuto un’esperienza simile a quella delle Famiglie della Hanon. Mio padre lavorava in una fabbrica gestita da una multinazionale che poi ha chiuso. Conosco questi meccanismi che nell’agro pontino (luogo di di origine dell’Arcivescovo, ndr). Ci deve essere unità di tutte le forze politiche sociali amministrative”.
Fare gruppo, fare corpo. Mons. Accrocca ha auspicato che qualcuno subentri alla proprietà sudcoreana: “Sono 65 posti di lavoro, sono giovani e trovare nuovo lavoro sarà complicato. Occorre salvaguardare i posti di lavoro. Bisogna fare pressione su questo. Spero che si trovino nuovi acquirenti” L’Arcivescovo ha poi sottolineato: “Serve un piano infrastrutturale sul territorio. Noi siamo infrastrutturalmente più deboli”.