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Riceviamo e pubblichiamo la nota dell’Archeoclub di Baselice in merito alle condizioni del patrimonio storico e paleontologico del comune sannita:

“Sono bastati pochi anni di incuria e di colpevole abbandono da parte dell’ex amministrazione Ferella, per distruggere la pluridecennale opera di raccolta, catalogazione, restauro, fruibilità del patrimonio storico e paleontologico di Baselice svolta dalla locale associazione Archeoclub.
La violenza iconoclasta dei talebani avrebbe probabilmente provocato meno danni. Per distruggere anni di ricerche, di catalogazione e di collocazione della biblioteca comunale, di materiale paleontologico, archeologico e della civiltà contadina, è bastata la sciatteria e l’inettitudine, con cui è stato trattato materiale delicatissimo e deperibile.
Se non stessimo parlando di figure che si sono dimostrate prive di ogni capacità progettuale, e che sotto il peso di tale giudizio la volontà popolare ha allontanato dalla cosa pubblica, potrebbe sorgere il sospetto che tale disastro sia stato artatamente procurato, per potersi servire delle macerie come chiave di accesso a finanziamenti destinati al loro recupero. È il bene, il costruire che richiede intelligenza, per distruggere basta ristrettezza mentale e incompetenza.

Nel nuovo corso che tutti, a Baselice, auspicano si dia inizio, l’Archeoclub è pronto a riprendere il ruolo che l’ha visto impegnato per circa 40 anni, con iniziative che hanno interessato non solo il territorio di Baselice ma l’intera Valfortore, raccogliendo un patrimonio considerevole, sia per quantità che per valore, di reperti storici, paleontologici, archeologici e della civiltà contadina, nonché libri e documenti di importanza archivistica.
Già nel lontano 1996 l’associazione diede vita ad una mostra paleontologica di reperti fossili, che fece da battistrada, in Campania, per questo particolare tipologia di museo.
Il museo era gestito dai volontari dell’Archeoclub, ed è stato fruibile per oltre 20 anni nel “Palazzo Del Vecchio” di via Roma, continua meta di scolaresche e gite turistiche.

Con una Convenzione sottoscritta in data 21/01/2013 tra Comune di Baselice e Archeoclub, si provvide così, dopo il restauro di Palazzo Lembo, a collocare il museo in tale più degna cornice, trasferendovi i depositi e parte della scaffalatura.
Nello stesso periodo, l’Amministrazione comunale diede mandato all’Associazione Archeoclub di avviare l’iter burocratico presso la Regione Campania per l’ottenimento del riconoscimento giuridico di Museo Regionale.

Con una successiva convenzione, sottoscritta in data 15/05/2014, il sindaco di allora Canonico diede incarico al presidente dell’Archeoclub Gerardo Marucci di ripristinare la fruibilità della Biblioteca “Carusi”. Per conseguire tale obiettivo fu necessario un lungo lavoro di inventariazione dei libri e di catalogazione nella rete “Poli e Biblioteche SBN” dell’ICCU – Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane e per le informazioni bibliografiche.

A testimonianza della proficua sinergia creatasi tra Comune e Associazione, in tale occasione confluì nel fondo, ceduta in comodato d’uso, anche la biblioteca interna dell’Archeoclub, composta da oltre duemila interessantissimi libri di storia locale.
Questo lungo lavoro di catalogazione, e ordinata collocazione negli scaffali, interessò circa diecimila volumi che impegnò l’Associazione per un arco di tempo di circa 8 anni.
Le elezioni del 2019 portarono ad un cambio di guardia ai vertici della amministrazione comunale baselicese, ma l’Archeoclub, che, come associazione culturale, si è sempre dimostrata scevra da ogni colorazione politica, era confidente nel fatto che, visti i notevoli risultati raggiunti, ci fossero tutte le premesse perché, anche con la nuova compagine, continuasse la proficua collaborazione avviata con la precedente amministrazione.

Purtroppo, non è stato così. Al di là di qualche vaga dichiarazione di intenti, i comportamenti dell’Amministrazione defenestrata con l’ultima consultazione elettorale, furono di tutt’altro segno, connotandosi, nei fatti, per una totale chiusura. È stato perfino impedito, agli esponenti dell’Archeoclub, l’accesso ai locali di palazzo Lembo, presso cui l’Associazione aveva profuso tutto il suo competente impegno per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale che vi era contenuto.

Una plumbea cortina di omertoso silenzio si era stesa, in questi ultimi 5 anni, su quanto stava accadendo al museo ed alla biblioteca. All’Associazione è stato fisicamente impedito di sviluppare attività culturali all’interno delle strutture che ospitavano queste istituzioni, arrivando a sostituirne la serratura, né tanto meno l’Associazione, come prima interessata, ha ricevuto mai informative sulle operazioni di smantellamento che stavano interessando il museo, i reperti e quant’altro esso conteneva. Le voci, che venivano fatte circolare dalla passata amministrazione, sulle “sorti future e progressive” che avrebbero avuto per oggetto il museo, erano soltanto ipotesi, partorite dalle fantasie megalomani di personaggi rivelatisi dei veri apprendisti stregoni, intenzionati forse anche ad avviare una “nuova era” nella realtà museale e bibliotecaria baselicese, ma nei fatti dimostratisi incapaci di andare oltre la distruzione di un lavoro ultra decennale, frutto di passione e specifiche competenze.

L’Archeoclub di Baselice, ancora una volta pronto a dare il suo contributo di operatività e competenza nel recupero e restauro dei fondi museali locali, ha pertanto accolto con viva soddisfazione, come segnale del nuovo corso instauratosi, l’invito rivolto alla Associazione dal neosindaco Maddalena di effettuare un primo sopralluogo, per verificare de visu lo stato in cui attualmente versa il patrimonio culturale dell’Archeoclub e i libri della biblioteca comunale traslocati disordinatamente a Palazzo Lembo.

Il sopralluogo ha confermato che tutti materiali costituenti il museo paleontologico (vetrine, pannelli esplicativi, tavoli da esposizione e tutti gli altri arredi) erano stati riallocati alla rinfusa nei locali prospicienti, che prima ospitavano i reperti lignei della civiltà contadina.

Si è dovuto constatare che purtroppo, durante questo confusionario e “disinvolto” trasloco, alcuni arredi hanno subito danni, mentre il Museo Paleontologico, vanto baselicese, che pure sarebbe stato, nonostante tutto, ancora fruibile, era stato dichiarato non visitabile.

Il degrado subito dal museo ha avuto d’altronde, come testimone d’eccezione, il Console del Touring Club d’Italia, che in visita al museo, non poté fare a meno di segnalarne in termini estremamente negativi lo stato di incuria riscontrato nei locali, divenuti ricettacoli di immondizia. La stessa passata amministrazione aveva stimato in 50 mila euro la somma occorrente per il loro ripristino.

Il sopralluogo effettuato dall’Archeoclub Baselice ha portato intanto, come primo concreto risultato, il ritrovamento dei reperti lignei della civiltà contadina, in un deposito ricavato sotto il giardino pensile, assolutamente inidoneo dato l’alto tasso di umidità.

Insieme a tali reperti giacevano alla rinfusa numerosissimi altri oggetti, rotti e polverosi. In un altro locale prospiciente la “Sala di Rappresentanza”, apparentemente utilizzato come deposito di rifiuti, sono stati poi rinvenuti numerosi oggetti un tempo esposti nel museo, ma privati di ogni identificativo, e su cui quindi occorre procedere ad una nuova catalogazione, che probabilmente farà emergere anche scomparse di materiali ormai difficilmente rintracciabili, di cui non si può escludere il trafugamento.

In questo gioco di traslochi, anche lo spostamento della Biblioteca Comunale non sembra rispondere ad alcun disegno di una qualche razionalità. Essa ha trovato sede per anni nei locali seminterrati del Comune, dove i volumi che la costituivano erano stati inventariati, catalogati e collocati in appositi scaffali. Per la sua fruizione, era stata implementata una funzione di ricerca dei libri tramite la rete internet, ed era quindi pronta per essere fruibile e utilizzabile da utenti qualificati, e/o altre biblioteche, anche geograficamente distanti, che avevano cominciato a contattare il sito per richieste di prestito delle opere custodite a Baselice.

Il vero valore aggiunto che dà la collocazione di un’opera in una biblioteca è la facile reperibilità, costruita attraverso un paziente lavoro di catalogazione e dislocazione. L’incompetenza, intervenendo senza criterio su questo “insieme ordinato”, ha trasformato quella che era una “biblioteca” in un inservibile ammasso di libri.

Insomma, quello che si dice un “vero disastro”, uno sconsiderato gioco ai quattro cantoni, con materiale prezioso e deperibile, che ha visto il museo spostato per far posto ai libri; nei locali dove vi erano i reperti della civiltà contadina vi sono state ammucchiate alla rinfusa le vetrine (o teche) del museo, mentre i reperti lignei sono stati letteralmente buttati in altri locali.

In sostanza Baselice disponeva di tre beni culturali: il museo della civiltà contadina, il museo paleontologico e la biblioteca, tutti e tre resi non funzionanti in meno di 5 anni.

Le funzioni di ricerca libri, che ancora mette a disposizione internet, di fatto non ne consentono più l’effettivo reperimento, dopo lo scriteriato trasloco delle opere dalla vecchia sede del comune a Palazzo Lembo, che non ha rispettato il mantenimento delle originarie collocazioni negli scaffali / ripiani.

Anche al materiale dell’Archeoclub consegnato in comodato d’uso al Comune non sembra sia stata riservata miglior sorte: buona parte degli scaffali, scrivanie e libri, pare siano finiti accatastati alla rinfusa nel capannone industriale costruito nell’area PIP, ma addirittura nello stesso spazio si troverebbero ora abbandonati anche i preziosissimi registri d’anagrafe che vanno dall’epoca napoleonica all’epoca post-unitaria, in pratica l’intero ottocento.

Insomma, chiusa fortunatamente la parentesi “talebana”, urge riprendere il percorso virtuoso tracciato a suo tempo”.