Riceviamo e pubblichiamo una nota del Dott. Luigi Galasso, Giudice della Sez. II Civile del Tribunale di Benevento in ricordo del dottor Guido De Filippo, ex direttore del corpo forestale di Benevento.
“Non è ancor molto che ci ha lasciati un personaggio importante, ma non sufficientemente conosciuto ai più, nelle nostre zone. Una figura rilevante della storia civile, sociale ed economica recente di questa provincia: il Dottor Guido De Filippo, cui sono stato legato, per un periodo non breve, da amicizia, stima reciproca e frequentazione. Originario di Vitulano, amava la propria terra con tutto il proprio cuore: ma senza mai esserne limitato nel pensiero e nell’agire pratico. Il suo percorso professionale nel campo della cura e dell’utilizzazione produttiva delle foreste, della protezione dell’ambiente dal dissesto idrogeologico, della lotta agli incendi boschivi, si è espresso attraverso decenni, nei quali ha raggiunto elevatissime posizioni professionali.
Entrato nel benemerito Corpo Forestale dello Stato, ne percorse i diversi gradi, sino a comandare il Corpo nel territorio della Regione Campania. Per molto tempo, in ogni caso, e per collegarci più specificamente alla nostra terra, egli diresse il Corpo Forestale proprio nella provincia di Benevento, curando con estrema sollecitudine e zelo personali l’adempimento del proprio compito. Versatile, intelligente, acuto osservatore degli uomini e delle loro vicende e relazioni, capace di comprendere immediatamente quale fosse la realtà socio-politica del momento, e quali sviluppi essa potesse presentare nel futuro, capì che non poteva contrastare l’innovazione istituzionale, costituita dall’attuazione delle Regioni, pur coltivando malcelate riserve, e scetticismo di fondo, sull’efficacia di questo strumento dell’ordinamento costituzionale e politico italiano.
Le Regioni, benché previste dalla Costituzione attuale, risalente al 1948, furono effettivamente costituite e regolate (parliamo di quelle a statuto ordinario, quale la Campania) negli anni Settanta. Questo comportò, nel settore forestale, una disgregazione di competenze fra il nuovo ente, di dimensione e capacità molto ridotte, rispetto alla precedente amministrazione statale, e quanto rimaneva allo Stato: in primo luogo, il Corpo Forestale. Guido De Filippo, come mi raccontava, giustamente orgoglioso della propria opera, riuscì a persuadere le autorità regionali che, almeno nel primo (e poi rivelatosi non brevissimo) periodo, i nuovi uffici forestali provinciali, appartenenti alla Regione, fossero diretti da chi comandava il Corpo Forestale nella medesima provincia: così ottenendo, attraverso l’identità della testa pensante, un coordinamento essenziale ed importantissimo delle due diverse istituzioni ed azioni. Per sua individuale fortuna, al momento della soppressione del Corpo Forestale, nel 2016 (sotto il Governo Renzi: ne seguì una forse controproducente disgregazione delle delicate competenze e del personale, la maggior parte del quale confluì nei Carabinieri), aveva già cessato il servizio attivo: ma visse questa fase con un comprensibile e condivisibile sconcerto, e non soltanto per motivi personali e di legame ad una forza di polizia cui aveva donato le energie professionali della vita.
Si trattava di una persona fortemente partecipe della vita delle singole comunità locali della provincia, anche le più umili e periferiche delle zone rurali e montane, meno accessibili e meno tutelate dalla Pubblica Amministrazione: intervenne con energia, empatia e passione affinché fossero svolti lavori di cura delle foreste e di realizzazione di infrastrutture, anche capillari, che permettessero alle popolazioni di fuoriuscire da una marginalità davvero persistentemente arcaica: ed addirittura tale, negli anni Settanta, da costringere alcuni a raggiungere la propria casa e la terra servendosi di animali e mezzi agricoli, ma non ancora di automobili…
Riuscì ad assicurare ed a garantire, nel tempo, un elevato grado di occupazione degli operai forestali, ed a tutelarne la tempestiva remunerazione, così offrendo un contributo concreto alla vita delle comunità e di tante famiglie. Infaticabile, si muoveva tra Benevento, i centri della provincia sannita e di quelle vicine, e poi Napoli e Roma, secondo le esigenze, senza manifestare segni di stanchezza fisica e mentale, e senza mai perdere l’estremo entusiasmo per il lavoro, e, soprattutto, l’attenzione perché questo producesse i massimi risultati pratici, che fossero possibili nel contesto delle risorse. Senza sacrificare le ricorrenze tradizionali, che identificava come il tempo della famiglia, trascorreva, tuttavia, quelli che avrebbero dovuti essere, come per tutti, dei periodi di vacanza, e specialmente l’estate, impegnato a risolvere i problemi non propri, ma del lavoro: e quante estati passò a lottare contro quel fenomeno sociale deprecabile, che, in Campania (come in altre aree del Paese) è costituito dagli incendi dei boschi, appiccati dalla mano di nemici della società e dell’ambiente! In conclusione, una persona che merita di essere conosciuta e ricordata, non per una commemorazione di stile, rituale, ma perché quanto da lui fatto, con fatica ed impegno pluridecennali, rimanga noto, e costituisca fonte di ispirazione e propulsione nella vita personale e lavorativa di tutti”.