Tempo di lettura: 4 minuti

Benevento – Il rapporto redatto dalla DIA conferma l’operatività dei clan Sparandeo e Pagnozzi nella provincia di Benevento. Le due organizzazioni criminali si confermano come quelli più strutturati per organico e per modalità operative. 

Anche nella provincia di Benevento le aggregazioni criminali di tipo camorristico, sebbene indebolite dai numerosi arresti, continuerebbero a gestire le attività illecite prediligendo quelle legate al traffico di stupefacenti nonché le estorsioni e l’usura perpetrate in danno degli imprenditori locali. I clan Sparandeo e Pagnozzi si confermerebbero come quelli più strutturati per organico e per modalità operative. L’attività del gruppo Sparandeo egemone nel capoluogo sarebbe stata comprovata dalle attività di indagine concluse nel corso degli ultimi anni e che hanno consentito di delineare gli assetti organizzativi del clan, nonché gli equilibri consolidati sul territorio anche grazie alla vicinanza di sodalizi criminali minori come quelli facenti capo alle famiglie dei Piscopo o quello federato dei Nizza. Il clan Pagnozzi che insiste soprattutto nella Valle Caudina e nei comuni di Montesarchio, S. Agata dei Goti e Airola ricoprirebbe un ruolo di supremazia nell’intera provincia favorito dalle proficue interazioni con i clan di Secondigliano (Napoli) e di Casal di Principe (CE).

L’attività prevalente nelle zone d’influenza è quella estorsiva in danno di commercianti ed imprenditori ma il clan si dedicherebbe anche al traffico di sostanze stupefacenti ed al reimpiego di denaro proveniente dal narcotraffico con proiezioni anche nella città di Roma dove potrebbe contare sul legame con il clan Senese cioè il gruppo criminale fortemente radicato nella capitale e riconducibile alla famiglia Moccia.

Tra le altre compagini criminali insistenti nel beneventano si annoverano il clan Saturnino-Bisesto che è presente nella zona tra la Valle Caudina e quella Telesina e le famiglie Iadanza-Panella che sono attive a Montesarchio e Bonea. Per tutte le consorterie beneventane il traffico di sostanze stupefacenti si confermerebbe tra le attività criminali privilegiate spesso compiute con il coinvolgimento dei clan partenopei. In tal senso l’operazione eseguita il 6 aprile 2021 dalla Guardia di finanza sull’asse Napoli-Benevento ha ricostruito le attività di un’associazione che, “al fine di monopolizzare il mercato di sostanze stupefacenti nella città di Napoli e nel capoluogo sannita”, si sarebbe data, attraverso una struttura piramidale, “una stabile organizzazione” che prevedeva “un’accurata ripartizione di compiti, una ramificata diffusione delle attività sul territorio, con punti vendita in aree determinate sulle quali venivano smerciate le suddette sostanze stupefacenti, curando i rapporti con gli acquirenti, organizzando l’approvvigionamento e lo spaccio dei diversi tipi di sostanza stupefacente del tipo marijuana, hashish, cocaina e crack … altresì predisponendone la gestione economica, l’acquisto, il trasporto, l’occultamento, la cessione anche a mezzo degli altri partecipi”. L’associazione era composta da due gruppi. Il primo di essi operava sul territorio di Napoli in costante contatto con il secondo composto da beneventani e che riforniva la droga da immettere sul mercato sannita. Le attività di spaccio erano proiettate anche nella cittadina di Terracina (LT) dove il gruppo provvedeva alla fornitura di cocaina.

Per quanto attiene alle attività estorsive e all’usura, si richiama l’operazione nell’ambito della quale il 14 gennaio 2021 la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento cautelare nei confronti dei 5 elementi di un gruppo criminale che fino al 2019 avevano vessato imprenditori locali ed i loro familiari con minacce di violenze fisiche e danneggiamenti per ottenere il pagamento di interessi usurai, impedire alle vittime di denunciare ovvero costringerle a ritrattare le dichiarazioni accusatorie eventualmente già rese. Nel commentare i risultati conseguiti il Procuratore della Repubblica, Aldo Policastro, ha riferito “gli episodi oggetto della misura cautelare non sono che la punta di un iceberg di una realtà più estesa, sia in città che in provincia, che stenta ad emergere nel nostro territorio e che senz’altro appare meritevole di una sempre più grande attenzione da parte degli organi investigativi, soprattutto in questo frangente storico caratterizzato da una grave crisi di liquidità per gli imprenditori a seguito della pandemia in atto e dalla difficoltà di ottenere il credito dai circuiti leciti”. In tal senso appare di rilievo la circostanza secondo cui alcuni commercianti vittime delle vessazioni una volta chiamati a testimoniare hanno negato l’esistenza di rapporti di debito di natura usuraia con gli indagati. Nel semestre in esame tra le interdittive antimafia emesse dal Prefetto di Benevento a carico di imprese in vario modo con collegate alla camorra sarebbero emersi anche interessi di associazioni criminali avellinesi come il Nuovo Clan Partenio per il controllo del mercato immobiliare sannita.