La Giunta della Comunità Montana del Fortore ha formalmente chiesto alla Regione Campania la stabilizzazione degli operai forestali a tempo determinato e l’incremento della forza lavoro attuale mediante l’attivazione del turn-over.
L’Esecutivo presieduto da Zaccaria Spina con il vice-presidente Giuseppe Addabbo e l’assessore Gianfranco Mottola, ha preso atto della relazione del RUP Pietro Giallonardo sul fabbisogno occupazionale dell’ente da cui si evince chiaramente la necessità di integrare la forza lavoro che attualmente è rimasta in servizio.
Il documento redatto dal Responsabile Unico del Procedimento, in buona sostanza, dopo aver analizzato in maniera dettagliata il territorio di competenza della Comunità Montana del Fortore (62000 ettari circa ricadenti su 12 comuni interni e 4 esterni), identificato come “montano svantaggiato, caratterizzato da elevato livello di desertificazione, di natura prevalentemente argillosa, con diffusi fenomeni di erosione, instabilità e frane e soggetto a vincolo idrogeologico”, e dopo aver sottolineato come l’ente in questione sia delegato “in materia di economia, bonifica montana, difesa del suolo, gestione multifunzionale del patrimonio forestale con relative infrastrutture, nonché alle attività di previsioni, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi” , delinea il computo dei dipendenti in forza alla Comunità Montana.
Si tratta di 121 unità lavorative, distinte in 72 operai a tempo indeterminato, 5 impiegati a tempo indeterminato e 44 operai a tempo determinato per un totale di 30.668 giornate lavorative teoriche. “Considerato che molte unità lavorative hanno un’età media anagrafica superiore ai 60 anni – scrive ancora il Rup nella sua relazione – e che il 40% delle stesse registrano limitazioni alla idoneità lavorativa (così come certificato dal medico competente o godono delle agevolazioni previste dalla legge 104), le giornate effettivamente svolte risultano inferiori. Pertanto, si registra uno squilibrio nella distribuzione della forza lavoro e una drastica riduzione della stessa, che rendono sempre più complessa, la realizzazione delle perizie rispetto alla nuova fonte finanziaria, che dal 2022 è divenuta il FESR a regia regionale”.
Senza contare che “per le agevolazioni pensionistiche attualmente in vigore, si prevede nel prossimo futuro una ulteriore riduzione del personale”. Ragione per cui, rileva la relazione di Giallonardo, “in ordine al rapporto superficie/ettari, considerando l’indice medio della Comunità Montana del Fortore, appare evidente lo squilibrio e l’insufficienza della forza lavoro rispetto alla realizzazione dei progetti e alla salvaguardia territoriale anche ai fini della prevenzione anti-incendi boschiva e del rischio idrogeologico”. Mancano in effetti la bellezza di 31.332 giornate lavorative annue, di cui 7.084 andrebbero coperte con la stabilizzazione degli operai a tempo determinato (44 unità x 161 giornate e le restanti 24.248 verrebbero colmate dal turnover con 237 unità assumibili per 102 giornate.
“La nostra deliberazione – spiega il presidente della Comunità Montana del Fortore Zaccaria Spina – tiene conto, oltre che della predetta relazione, del contratto integrativo per gli addetti alla sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria e delle pregresse riunioni con le organizzazioni sindacali. È da tempo che solleviamo il tema della carenza di personale che si sta verificando, con cadenza sistematica, in seguito ai pensionamenti degli operai ed anche per le limitazioni di natura medica. La carenza di personale, è comune a tutti i paesi della Comunità Montana. Allo stato siamo notevolmente sottodimensionati e facciamo fatica a garantire la gestione ordinaria, figuriamoci quella straordinaria. Il rischio è di non riuscire a fronteggiare problematiche, eventi e calamità”.