- Pubblicità -
Tempo di lettura: 14 minuti

Il 14 giugno è arrivata la nomina quale “Referente nazionale comunicazione, marketing, promozione e sviluppo” del CNS Libertas per il dr. Ing. Alessandro Pepe. Ma prima per lui un lungo trascorso nell’Us Acli come consigliere regionale, nazionale e come Presidente provinciale della sezione di Benevento. Un’esperienza che pare non si sia conclusa nel migliore dei modi, almeno così si evince dalle parole di Pepe, in esclusiva alla nostra redazione:

“Dopo aver trascorso due mandati da consigliere Regionale prima, provinciale poi e 2 mandati da Presidente provinciale, ed un mandato da Consigliere Nazionale ti senti quasi a casa, e quelle insegne un po’ ti appartengono quindi non è facile abbandonarle. Poi però, è subentrato un nuovo fattore, ho cominciato a guardare oltre, tutto questo lavoro è stato da me svolto per tanti anni, a titolo gratuito, sacrificando affetti, professione, tempo libero, ambizioni, ed ogni tipo di cosa non fosse direttamente legata all’azione di consigliere prima e presidente poi, solo per poter essere il presidente di tutti, e poter essere disponibile per tutti 24 ore al giorno 7 giorni alla settimana, 12 mesi all’anno.

Quando mi sono accorto che, chi avrebbe dovuto aiutarmi e consigliarmi invece ha messo a repentaglio tutto, ho pensato non al mio benessere personale ma a tutti gli associati ed alle associazioni che per tanti anni ci avevano seguito, per cui non mi è pesato più di tanto poi migrare in una nuova famiglia che ha il mio stesso modo di pensare.

Si aspettava l’epilogo che c’è stato? Cosa l’ha deluso?

“Non me l’aspettavo, avevo la possibilità di svolgere un terzo mandato da presidente, ma avevo deciso in cuor mio di non esercitare questa opzione, mi aspettavo un congresso dove ci si sarebbe salutati tutti, in un’atmosfera commovente di commiato ed avrei passato il testimone per fungere da Presidente Emerito, magari perchè no procedere con una carriera romana come dirigente nazionale, d’altronde solo due anni prima sono stato inserito in una lista ristretta di 3 nomi per la candidatura alla presidenza regionale dell’ente, per cui…, purtroppo però tutti hanno potuto sperimentare, anche voi giornalisti, che non ero molto diplomatico, ossia quando vedo delle cose che non reputo consone, chiare e soprattutto legali non le mando a dire.

La delusione più grave non è stato scoprire che il mio segretario aveva frugato nella cassa, premetto che non ci sono stipendi, contributi, ne altro e che l’ente vive solo di auto tassazione, di fondi che arrivano da Roma… in verità molto pochi, e poi invece spende molti soldi per attività superflue, e di tesseramento, e scoprire che chi avrebbe dovuto amministrare certe cose pensava al proprio profitto personale infischiandosene che poi a rimetterci tutto era il sottoscritto mi ha fatto male, ma nel contempo scoprire che chi avrebbe potuto rimettere le cose apposto, chi si vanta di un curriculum di successi nazionali nell’amministrazione politica dell’ente mi chiede l’avallo di certe situazioni, bhè, mi ha lasciato basito e ho giurato davanti a tutti che sarei andato a fondo alla cosa e avrei denunciato, come poi ho fatto, ai probiviri”.

E poi quindi come è finita?

“E’ finita che il Presidente Nazionale, persona assai perbene ma troppo presa da altri impegni politici, si è fidata delle stesse persone di cui mi fidavo io e non solo non mi ha nemmeno risposto, ma ha consentito che diventasse commissario di Benevento chi ha cercato di insabbiare tutto, con conseguente nomina di chi ha commesso tutto ciò… paradosso che solo da noi può esistere, anche perchè nel contempo avevo scoperto di conti correnti paralleli di cui non ne conoscevo l’esistenza, diciamo che avevo scoperchiato il vaso di Pandora e sanno che non mi sarei fermato, o che non mi potrei fermare…ancora”.

Come si è sentito nell’apprendere la cosa, e come vede adesso se stesso?

“Consentitemi prima di rispondere di ringraziare alcune persone, in primis il Sindaco di Benevento Clemente Mastella una mattina mi chiama alle 6.00 per avvisarmi di ciò che volevano fare, e mi chiese cosa poteva fare per me, ma io già sapevo, un bel gesto di rispetto del mio ruolo e di affetto personale che ho molto apprezzato perchè mi ha dato la testimonianza che la città ed egli erano consci di cosa avevo fatto per i miei associati, poi volevo ringraziare la Presidente provinciale delle Acli di Benevento per gli attestati di stima e vicinanza, il Presidente regionale delle Acli Campania, Filiberto Parente, anch’egli per la vicinanza e per i consigli ricevuti e la disponibilità dimostrata, alcuni consiglieri nazionali dell’USacli che mi hanno supportato, ma soprattutto il dr Fabio Caiazzo dirigente di Sport e Salute per la vicinanza, veramente mi ha commosso, mi ha chiesto di vederci a Napoli mi ha spiegato che succedono queste cose mi ha anche ribadito che sono stato io troppo puro perchè avrei dovuto aspettarmelo, un ente che cresce cosi fa gola a tanti, e mi ha fatto ragionare facendomi guardare intorno per il bene delle mie associazioni, per non lasciarle in bocca alle Iene”.

Chi mi ha deluso? Il delegato provinciale del Coni, avrei gradito una telefonata, forse anche un sms per ringraziarmi del lavoro svolto, gli ho mandato anche un messaggino per chiedegli un incontro, sto ancora aspettando, ovviamente adesso è troppo tardi.

Oggi questo ruolo mi ripaga in parte di questi bocconi amari e mi sento sempre più responsabilizzato verso il mondo dello sport dilettantistico, faro sempre del mio meglio per dare voce alla stragrande maggioranza degli sportivi, e alla galassia degli associati che per passione ogni giorno si ritrovano in una palestra, su un campo di calcio, in una scuola di danza, su una pista per dare il meglio di se, o per insegnare dei valori quale il sacrificio, l’onestà ed il rispetto delle regole.

Come vede lo sport a Benevento?

“Devo dire la verità? Male!, vede abbiamo tante eccellenze sportive a Benevento, l’ho ribadito tantissime volte negli anni, ma non tanto per dire, ma perchè ci credo veramente, fare sport a Benevento è difficile veramente, abbiamo il calcio che oggi vive un momento di appannamento ma presto tornerà dove merita, abbiamo il calcio a 5 che ci ha reso l’orgoglio della serie A, abbiamo il rugby, la pallavolo, la ginnastica, il podismo, il tennis, ma non abbiamo la cultura sportiva, per lavoro viaggio molto anche all’estero e mi rendo conto di quanto il volano sportivo può essere motore di benessere, ma non c’è sinergia, ho provato a creare un movimento comune ed è naufragato perchè non assecondavo certe regole… e tanti volevano solo portare acqua al proprio mulino, oggi stiamo lavorando con alcune componenti sociali, sportive e turistiche per provare a farlo decollare, vedo i tempi maturi, ma la città dovrebbe dotarsi anche di una classe dirigente pronta a recepire e supportare certe attività, e su questo sono molto più scettico.

Mi spiego meglio, stiamo organizzando una serie di manifestazioni per la città, dei veri e propri eventi, che avranno caratura e risalto internazionali e Lei non immagina quante difficoltà e resitenze stiamo trovando da rabbrividire, ci si salva solo perchè siamo così testardi che la cosa si debba fare a Benevento per darne il giusto lustro, altrimenti avremmo accettato già altre offerte da altre città della provincia e fuori”.

Secondo Lei le strutture sono ben distribuite in provincia?

“A parte il calcio, il calcio a 5 e il pattinaggio che sono state assegnate a legittimi esercenti adeguatamente titolati, che per ovvie ragioni stanno lavorando eccellentemente, e con grandi risultati, fossi stato nelle condizioni avrei creato un consorzio, Gestito dal Comune per l’uso comune delle strutture, perchè oggi chi riceve in assegnazione una struttura la usa come cosa privata lucrando oltremodo, senza pensare a quanto e quando influisce sulle altre società meno fortunate, un esempio su tutti?, ne faccio due… il calcio femminile naufragato nella completa indifferenza di tutti perchè non vi era una struttura che potesse ospitarli, la pallavolo che non riesce a trovare un posto dove poter fare attività continuative, anzi TRE… il basket che addirittura sta costruendo un suo palazzetto… incredibile…, conseguenza?, abbandono dello sport, mancanza di ricambi nelle società, aumento dell’obesità giovanile, assenza di educazione e rispetto delle regole, potenziali leve di delinquenza e tossicodipendenza.

Capitolo a parte poi merita la struttura del Seminario arcivescovile, assegnata ad una associazione in modo arbitrario e privatamente, per carità, possono farlo non voglio essere frainteso, ma consentire l’uso di dette strutture che secondo me non sono nemmeno idonee a fare attività sportiva è un forte azzardo che spero qualcuno se ne renda conto il prima possible, avete visto l’ultima attività rimbalzata da tutti i media sullo sport e la disabilità?, fare un’allenamento di rugby su un campo di patate è stato veramente un azzando alla incolumità di quei ragazzi da rabbrividire… non aggiungo altro”.

Qual è stato il momento più difficile della sua presidenza nell’Usacli?

“Senza dubbio il COVID 19, non avrò dormito serenamente forse per 6 mesi, ho prodotto una assistenza a tutti gli associati d’Italia USAcli, e NON, a qualsiasi ora del giorno e della notte, leggevo tutti i decreti in tempo reale, li metabolizzavo e davo news interpretative a tutti, avrò fatto più di 30 ore di dirette social, ho scritto 2 volte al Presidente della Repubblica, ho scritto una infinità di volte a sindaci, al Presidente della Regione, al Presidente del Consiglio dei Ministri, al Ministro dello Sport, al Presidente del Coni.

Mi sentivo responsabile per tutti quegli sportivi, allenatori, receptionisti, assistenti, arbitri amatoriali, dirigenti di ASD che non sapevano come fare che erano esclusi dai rimborsi che si aggrappavano ad ogni e qualsiasi filo di Speranza, ed io sono riuscito DA SOLO, senza l’aiuto di nessuno a farli sopravvivere, senza pretendere nulla in cambio, e mi sono reso conto cosa deve essere e cosa deve fare un PRESIDENTE, non deve andare solo a fare le premiazioni, a fare il discorso alle cerimonie o assistere agli spettacoli ma deve essere il punto di riferimento per tutti gli sportivi e infondere il loro un senso di appartenenza e fedeltà all’ente.

Per la verità dopo il Covid ho avvertito questa sensazione, infatti da 3500 tesserati nel giro di 8 anni siamo passati a 23000 e con più di cento associazioni affiliate, ed anche chi non si è tesserato con noi, in fondo ci dava grandi soddisfazioni e riconoscenze, ma poi quando c’è stato il crack anche qualcuno di loro non si è comportato proprio benissimo, se penso a qualcuno che mi ha telefonato dicendomi di soprassedere solo perchè era amico di… ma al contempo non voleva perdermi come presidente, assurdo”.

Lei ha detto che il Presidente Nazionale non l’ha risposto e che ha delegato, cosa si aspettava?

“Vede il Presidente Lembo è un dirigente molto preparato, non a caso e diventato il segretario generale delle Acli, è il Coordinatore Nazionale degli Enti di Promozione Sportiva, ma questo non esime dal battere qualche volta i pugni sul tavolo e chiedere cosa stia succedendo, è un po’ come Ponzio Pilato, non chiedo che il Presidente Nazionale chiami l’ultimo presidente di Provincia, anche se quest’ultimo quando è servitor c’è sempre stato, ed ha chiesto una tua audizione per parlare di tanto, ma almeno non avallare la nomina a commissario e allo staff che egli ha additato come responsabili degli ammanchi!, non è che ci fai una gran bella figura, ma ripeto so che esso è molto occupato e quindi potrebbe essere che non ci ha fatto caso, anche perchè chiaramente il processo di chiarimento delle cose non è più andato avanti”.

Affondo nella piaga Lei ha detto che il Delegato Provinciale non l’ha risposto e da lui cosa si aspettava?

“Allo stesso modo, vede io vedevo nel delegato provinciale un mentore, da idrolatare per quello che ha fatto e che ha detto nel Corso della sua carriera, so che alla non più giovane età del nostro Delegato si è un po’ stanchi ma la carica non ha età e un presidente come il sottoscritto meritava Maggiore rispetto, fossi stato in lui avrei telefonato, avrei incontrato, avrei ascoltato poi magari non avrei fatto nulla, oppure, forse, avrei fatto io una telefonata per senso di territorialità al Presidente Nazionale dell’Ente per segnalare la cosa ad una Maggiore considerazione nel rispetto dei ruoli, dell’importanza delle accuse e anche delle persone, e poi mi sono sentito ferito anche quando poi l’ho visto alle manifestazioni… allora cosa devo pensare… ho idealizzato la persona sbagliata?”.

Avere molta stima fuori provincia a discapito di un risultato interno come è stata vissuta e cosa si sarebbe aspettato?

“Preciso, ho avuto molta stima fuori provincia e moltissima entro, ma forse mi sarei aspettato un epilogo diverso quando ho denunciato certe cose, mi spiego meglio, quando ho fatto una lettera ai miei associate alcuni dirigenti ed alcune associazioni hanno preferito restare dove stavano per tranquillità, per pigrizia, per paura di ritorsione di certe persone, altri invece hanno colto l’opportunità per prendere uno spazio ed una visibilità che con me non avrebbero mai avuto, e questo un po’ mi ha fatto male, ma altrimenti la vita va avanti e non ci si ferma e sono sicuro che prima o poi essa concede sempre una seconda occasione di confronto e la possibilità di togliersi qualche sassolino dalla scarpa”.

Veniamo ad oggi, un ruolo così importante in soli 5 mesi di permanenza nel CNS Libertas, come vive questa cosa?

“In tanti anni di permanenza nel mondo dell’USAcli, mi sentivo sempre come il ‘provincialotto’ che arrivava e doveva imparare come funzionava il mondo “romano”, sia con gli altri dirigenti nazionali che con alcuni componenti della segreteria Nazionale, non con tutti anzi colgo l’occasione nuovamente per ringraziare Annamaria e Fabio che hanno sempre dato il meglio con eleganza, professionalità ed umiltà, ma poi il resto … meglio soprassedere, entri in quest’altro mondo e da subito, Chiara, Simona, Camilla ti fanno sentire come se fossi con loro da anni, ti chiamano per augurarti buone feste, per sapere se ti trovi bene se ti va di procedere con delle attività?, è stato veramente gratificante per me e per tutto il mio staff, poi quando mi chiamano da Roma per dirmi che intedevano assegnarmi questa nomina, ho detto tra me e me, ma stanno assegnando proprio a me un incarico cosi importante e delicato?, ho quindi chiamato Fabio un mio carissimo amico che mi è stato molto vicino chiedendo numi, e mi ha risposto “ Alessà, sei in un ente che non si muove per amicizie o per servilismo, ma in un ente che vede quanto fa un dirigente e premia quindi ti ci devi abituare”, mi sono sentito esplodere nel petto tante umiliazioni sparite in un nano secondo, avevo voglia di urlare e di festeggiare, ma preferisco invece canalizzare queste energie per proseguire nel mio lavoro e dare ancora più visibilità all’ente”.

Che obiettivi si prefigge?

“Stiamo lavorando a degli eventi molto importanti, non posso ancora dirvi nulla per il momento ma ne vedrete gli effetti a breve, sicuramente cercherò di riportare tutti gli sportivi in una casa a loro più consona che possa offrire loro tutta l’assistenza, la tutela e il rispetto che meritano e non mi fermerò dinanzi a nulla, sperando in un epilogo diverso magari… ma questa è un’altra storia”.

Chi vuole ringraziare e chi vuole allontanare?

“I miei Genitori per avermi profuso un profondo rispetto per le regole ed il senso del dovere, tutti quelli che mi sono stati vicini, tutti quelli che hanno creduto e che credono in me, e tutti quelli che magari si renderanno conto di essersi sbagliati e vorranno contattarmi, ovviamente sono sempre qui e non ho cambiato il numero di telefono, Allontanare?, nessuno, bisogna vedere cosa sanno realmente, cosa è stato riferito loro, e in che chiave hanno letto l’accaduto, certo però c’è qualcuno cui purtroppo la porta è stata chiusa e non gli si riaprirà mai più, sono fatto male ma sono cosi, è vero che sono uno sportivo abituato a soffrire ma non un martire e quindi non a perdonare sempre”.