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“Rinviare la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni risponde alla volontà, illegittima secondo la Corte Costituzionale, di ottenere le ulteriori forme e condizioni di autonomia con risorse finanziarie definite nei termini della spesa storica” che rappresenta, quest’ultima, una “palese causa di iniquità di trattamento per le Regioni più disagiate”. É uno dei passaggi della lettera inviata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a firma dell’europarlamentare e segretario del Movimento Equità Territoriale Piernicola Pedicini e del giornalista e scrittore, nonché fondatore del Movimento Equità Territoriale, Pino Aprile, in riferimento al Disegno di Legge sull’autonomia differenziata depositato e proposto dal ministro Roberto Calderoli.

“La manovra oggi proposta, se attuata – proseguono Pedicini e Aprile – costituirebbe una violazione della Carta Costituzionale, in quanto la delicatezza e l’importanza dell’oggetto da regolare imporrebbe al Parlamento di esercitare la funzione legislativa, come la Costituzione indica. Non si può affidare a un organo nominato dal Governo una materia che andrebbe trattata da chi è stato eletto per rappresentare il popolo. Il Capo dello Stato può e deve impedire tutto questo. Ma il nostro appello – incalzano il segretario e il fondatore del MET – va ben oltre la condanna di un atto in evidente contrasto con la Costituzione italiana. Affidare la definizione dei Lep a questo Parlamento equivale, infatti, a consegnare il futuro di tutto il Paese a una maggioranza che non fa mistero di voler fare gli interessi soltanto di una parte di esso. Per questa ragione i Lep andrebbero garantiti sulla base di parametri definiti a livello europeo. Solo così verrebbero garantiti a tutti i cittadini uniformità di servizi e tutele dello Stato, a prescindere dal luogo in cui si nasce o si sceglie di vivere. Ma se proprio questo Governo e questa maggioranza riuscissero ad attuare la tanto agognata “secessione dei ricchi”, non ci resterebbe altro che costituire una macroregione del Sud, chiedendo le nuove competenze, come previsto dalla Costituzione. In caso contrario, l’unica strada passerebbe per una riforma costituzionale attraverso la quale attuare realmente una separazione. Sarà nostro dovere difendere il Sud, dopo la secessione che il Nord ha fortemente voluto”.