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Si chiude con un’assoluzione e tre rinvii a giudizio la prima fase dell’inchiesta giudiziaria che ha scosso il Comune di Vitulano, portando alla ribalta questioni di trasparenza e regolarità nella gestione delle gare d’appalto pubbliche. Al centro delle indagini, la procedura per l’affidamento della gestione del centro Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) del Comune, un nodo cruciale per l’accoglienza e l’integrazione nel territorio.

Il sindaco di Vitulano, Raffaele Scarinzi, era stato accusato di concorso in turbata libertà degli incanti dal pubblico ministero Fabrizi, che aveva chiesto una condanna a un anno di reclusione. Tuttavia, durante il processo con rito abbreviato, il gup Nuzzo ha deciso per l’assoluzione “per non aver commesso il fatto”. La difesa è riuscita a convincere il giudice, incrociando gli elementi emersi con le proprie conclusioni, evidenziando la mancanza di prove concrete a sostegno dell’accusa. Una sentenza che segna un punto a favore del primo cittadino e chiude per lui un capitolo giudiziario particolarmente delicato.

Diversa la situazione per gli altri tre imputati, che dovranno affrontare un processo a partire dal prossimo 20 maggio 2025. Si tratta di Gino Coppolaro, coordinatore delle due società cooperative che formavano l’Associazione temporanea d’impresa incaricata della gestione del centro; Umberto Morisco, ex presidente di una delle cooperative e locatore della struttura; e Pietro Cusano, Responsabile unico del procedimento. Per loro, l’accusa di concorso in turbata libertà degli incanti è stata ritenuta fondata in fase preliminare, e ad essa si aggiungono altri capi d’imputazione. Impegnati nella difesa degli imputati, tra gli altri, gli avvocati Giuseppe Sauchella e Vincenzo Regardi.

La vicenda affonda le sue radici nell’ottobre del 2022, quando, a seguito dell’indagine dei carabinieri coordinata dalla pm Fabrizi, erano scattate le misure cautelari nei confronti degli imputati: Coppolaro e Morisco erano stati sottoposti al divieto di dimora, mentre per Cusano era stata disposta la sospensione da un pubblico ufficio o servizio. Tuttavia, il Tribunale del Riesame aveva successivamente annullato tali misure, ritenendole non proporzionate alle accuse mosse. Un primo segnale che aveva anticipato la complessità dell’inchiesta, ma che non è bastato a impedire il rinvio a giudizio.

Ora, con l’assoluzione di Scarinzi e il processo imminente per gli altri, si apre una nuova fase della vicenda giudiziaria.