“Abbiamo sollecitato più volte la Regione e ci è stato assicurato che lo Stir ritornerà in funzione nel giro di un anno e mezzo”. Il vice presidente di Assoambiente Ferdinando Di Mezza ha rinnovato la denuncia sulla criticità della questione impiantistica nella gestione dei rifiuti nel Sannio: “è un gap pesante“, ha detto. Inammissibile ha affermato il vice presidente che nonostante siano passati 6 anni dal terribile incendio di Casalduni ancora l’impianto non sia funzionante. Le dichiarazioni di Di Mezza sono state pronunciate questa mattina in un incontro a Palazzo Mosti sul tema “Regolazione Arera nel settore dei rifiuti urbani: contratti di servizio. Guida alla lettura e all’applicazione della delibera 385/202”. Se la città di Benevento può vantare servizi ottimi, una raccolta differenziata con ottimi risultati, quello che manca sono gli impianti.
L’amministratore unico dell’Asia, Donato Madaro ha sottolineato come l’azienda possa contare su una prospettiva di vita di 8 anni, ovvero la durata del contratto di servizio della municipalizzata. “Puntiamo alla tariffa puntuale, la Tarip, che garantirà bollette più eque commisurate ai quantitativi di materiale indifferenziato realmente conferiti”. Attenzione puntata sul Pnrr con l’Asia che ha già avviato e porterà avanti anche attraverso i 7 milioni di euro: “Realizzeremo impianti di multimateriale in contrada Olivola e, non per ultimo, la lotta agli sversamento abusivi con isole ecologiche smart e recintate al posto degli attuali ecopunti”. Madaro ha posto come obiettivo da raggiungere: la raccolta differenziata al 75%.
Di Mezza prendendo la parola ha quindi spiegato: “con il suo 74% di raccolta differenziata Benevento è la provincia più virtuosa della Campania ed è la prima nel Mezzogiorno dell’Italia peninsulare”. Di contro non c’è impianto per trattamento frazione organica: “La carenza di impianti di trattamento di frazione organica e dello stir di Casalduni, andato distrutto da un incendio sei anni fa e non ancora rimesso in funzione dalla Regione Campania. Una situazione assurda per la quale bastavano pochi mesi. Oggi, invece, i comuni sanniti sono costretti ad andare fuori provincia con costi economici ed ambientali enormi”.
Costi enormi, con il Comuni che conferiscono in altre province disagi e difficoltà di gestione: “Tutto questo si ripercuote sulla tassa da pagare. Area ha imposto dei parametri che l’ente e il gestore devono rispettare, puntando sulla qualità del servizio”.
Di Mezza ha parlato come la tassa a causa della carenza degli impianti rispetto ai comuni del nord può avere un aumento di quasi 100 euro a famiglia: “Per lo Stir di Casalduni, senza attendere i templi ‘biblici’ della burocrazia, c’era anche la disponibilità da parte di privati pronti anche ad investire pur di rimettere in funzione l’impianto di Casalduni in tempi brevi”. Ma così non è stato: “Dipende dalla Regione ma anche dal territorio. Qui abbiamo un ente d’ambito che purtroppo non funziona. Ma non è possibile che dopo 6 anni dall’incendio non siano riuscito a rimettere in funzione lo Stir. Sei anni sono veramente troppi assurdi. Bastavano pochi mesi, rimuovere i rifiuti incendiati.”