Non solo un incontro con la settima arte, ma una riflessione profonda sulla sua capacità di entrare nel cuore e nell’immaginario degli spettatori, di emozionare e, talvolta, di sconvolgere.
Matteo Garrone, ospite questo pomeriggio del Festival di Filosofia al Comunale, ha parlato agli studenti con la passione di chi ha dedicato oltre 30 anni della propria vita a plasmare mondi attraverso l’obiettivo della cinepresa, ma anche con la lucidità di chi sa che il cinema è una forma d’arte che va ben oltre il semplice intrattenimento. È infatti un linguaggio universale, un mezzo che può e deve essere usato per esplorare più livelli della realtà. “È fondamentale riuscire a sorprendere offrendo nuove prospettive all’immaginario dello spettatore”.
Il cinema ha la capacità di “creare diversi piani di lettura,” ha spiegato il regista, “e Io Capitano ne è un esempio: un viaggio che non è solo geografico, ma anche emotivo, psicologico e con valore sociale”.
La conversazione si è poi spostata sull’importanza del cinema quale strumento educativo, sottolineandone il ruolo fondamentale nella cultura di massa. “Il cinema è un’arte che al proprio interno racchiude diverse discipline artistiche ed a mio parere ha una valenza tale da dover essere insegnato nelle scuole. Il coinvolgimento generato dalla fruizione di un film aiuterebbe sicuramente gli studenti a comprendere meglio tanti aspetti della storia, della letteratura…”.
Garrone, nel raccontare il suo percorso artistico, ha fatto riferimento alle proprie esperienze in campo pittorico che, a suo dire, continuano a rendersi utili nella sua attività di regista, specialmente in relazione all’utilizzo della luce ed alla costruzione delle inquadrature.
Non è mancata una amara riflessione sulla crisi del cinema, in particolare riferita al calo degli spettatori nelle sale. “Ormai molti film vengano consumati come un prodotto da fast food, mentre quando io faccio un film penso al grande schermo. È un’esperienza che ti entra dentro in un modo che non può essere replicato da nessun altro mezzo. È un peccato che si stia perdendo questo rituale magico”.
Quanto detto durante l’incontro è stato concretamente supportato dalle immagini relative a backstage ed a scene tratte da alcuni suoi film. In particolare il regista si è soffermato su ‘Io Capitano’ auspicando che film come questo possano contribuire a formare una diversa coscienza rispetto al fenomeno della emigrazione. Commovente al proposito il reportage girato in Senegal al momento della proiezione del film.
Garrone ha infine parlato degli effetti speciali, un tema che negli ultimi anni ha visto prevalere la tecnologia digitale. “Io preferisco lavorare con materiali fisici, con persone ed oggetti tangibili sul set, per poi aggiungere in digitale solo per lo stretto necessario”.
In conclusione, il regista romano ha rilevato di essere alla ricerca di nuove storie da raccontare. Conoscendo la sua propensione per il fantastico (‘Pinocchio’, ‘Il racconto dei racconti’) è stato chiesto a Garrone se fosse interessato a girare un film nella città delle streghe: “Potrebbe essere una idea, mi documenterò al riguardo”.