Tutta colpa di quel gol a freddo. Non potrebbe esserci citazione migliore per parlare di quanto accaduto a cavallo tra il 3′ del primo tempo e il 19′ della stessa frazione di gioco. Passare dall’essere eroe al prendere a pugni la panchina per essere stato costretto ad abbandonare la sfida. La gara di Malomo è durata praticamente il tempo di capire che il suo destino stava prendendo una forma diversa dal sogno.
Autore del gol del vantaggio della Triestina al 3′ con uno stacco imperioso in mezzo alle statuine in maglia giallorossa, alla fine di uno schema su calcio di punizione. Gioia effimera e veloce perché il Benevento, dopo poco ha trovato la via del gol con una perla di Ciciretti. Un lampo in un momento di confusione.
Triestina in gara sull’1 a 1, in fondo era lo stesso risultato dell’andata e c’era tutto da giocare.
E poteva bastare questo? Assolutamente no, perché il Benevento, dopo poco ha trovato anche la via del vantaggio con un altro bel gol, stavolta messo a segno da Perlingieri, piatto nell’angolino basso.
Il vantaggio giallorosso ha cambiato la storia. Fuori Malomo. Cacciato dalla sfida per decisione di Bordin dopo la rete del ribaltone che ha rimesso le cose a posto. Pugni alla panchina e malumore nel non poter aiutare la propria squadra a tentare l’impresa.
Da eroe ad agnello sacrificale, il passo è stato veramente breve. Delusione immensa sommersa dalla bolgia giallorossa.