L’ultima avventura sulla panchina dell’Avellino non gli ha lasciato alcun rimpianto. Carmine Gautieri è pronto a rimettersi in gioco e attende l’occasione giusta. Si aggiorna, analizza, quando può osserva dagli spalti quel che ha da dire una stagione finora vissuta da spettatore. Abita a Sorrento ma un allenatore, si sa, una dimora fissa non può averla. Gli abbiamo chiesto cosa seguirà questo weekend e non ci ha dato una risposta banale (“Fiorenzuola-Montevarchi”), poi si è lasciato andare a varie considerazioni.
Si è parlato di serie A e serie B. Di Napoli, di Salernitana e di Benevento. Sono squadre che stanno affrontando fasi diverse l’una dall’altra, ma hanno una cosa in comune: ad attenderle c’è un weekend che le aiuterà a conoscere meglio se stesse.
Partiamo da questo Napoli stellare che ospiterà il Bologna al Maradona. E’ stupito dai recenti risultati degli azzurri?
“Il Napoli sta facendo qualcosa di straordinario sia in campionato che in Europa. La doppia sfida con l’Ajax ha confermato uno strapotere già visto nelle gare precedenti e credo che sarà proprio difficile arrestare la sua corsa”.
Qual è il segreto tattico di Spalletti, l’asso nella manica?
“Mi piace tantissimo questa riscoperta dei famosi esterni di fascia. Negli anni sono mancati e ora fruttano parecchi punti e gol. In attacco sta funzionando tutto magnificamente, il palleggio è entusiasmante, le punte centrano la porta indistintamente. Per l’obiettivo scudetto molto dipenderà dalla gestione dei momenti bui, che arrivano fisiologicamente per ogni squadra, ma i presupposti ci sono eccome”.
La Salernitana invece è tornata alla vittoria e si appresta a far visita all’Inter. Cosa c’è da aspettarsi dalla gara di San Siro?
“Della Salernitana mi piace molto la convinzione nelle proprie idee. Nicola ha fatto e sta facendo un gran lavoro. La sua squadra non si snatura, affronta tutte le partite allo stesso modo. L’Inter ha grandi giocatori ma sono certo che la Salernitana non andrà lì a difendersi. Giocherà il suo calcio per provare a cogliere un’opportunità”.
Quest’anno a Salerno l’asticella si è alzata un po’. Dopo il brutto ko con il Sassuolo anche Nicola sembrava in discussione.
“Quando ho letto quelle voci quasi non ci credevo. Le ho trovate eccessive. Se i granata lo scorso anno sono rimasti in A, gran parte del merito è suo. Ha dato mentalità alla squadra, si nota che la Salernitana ha un suo credo specifico e questo non è poco. Vorrei poi aggiungere che anche la dirigenza si è arricchita di una figura top come quella di Morgan De Sanctis. So come lavora, ho avuto modo di conoscerlo bene e mette grande applicazione in tutto ciò che fa. Il club di Iervolino è in buone mani”.
Capitolo Benevento, forse il più doloroso dei tre. La vittoria manca da troppo tempo, domani al Vigorito arriva la Ternana, che tra l’altro ha allenato per un breve periodo nel 2017. Deluso dall’avvio della Strega?
“La Ternana sta facendo bene, sarà un bel test per i giallorossi. Tuttavia bisogna sempre contestualizzare ciò di cui si parla. Il Benevento sta fronteggiando vari problemi da inizio campionato che ne stanno limitando l’andamento. E’ chiaro che se vedo la rosa penso a una squadra fortissima ma bisogna valutare infortuni e condizione. Questi aspetti hanno inciso anche sull’esonero di Caserta e su una inevitabile partenza ad handicap”.
La incuriosisce il lavoro di Fabio Cannavaro?
“Incuriosisce non è il termine giusto, perché allena da tanti anni e conosco la gavetta che ha fatto. Il problema non è certo lui, ma i tanti allenatori a cui viene data una panchina importante senza un minimo di esperienza nelle serie minori. Cannavaro è stato all’estero, si è formato, ha studiato sia sul campo che fuori. Non è uno che allena per nome ma per bravura. Farà bene ma devono anche aiutarlo le circostanze”.
A cosa si riferisce?
“C’è una cosa che ai tifosi sfugge, accade ovunque. Il tifoso vuole il risultato, possibilmente accompagnato da un gioco convincente, ma se hai tanti uomini indisponibili sei davanti a un bel problema. A un certo punto ad Avellino avevo oltre dieci giocatori fuori uso ma sembrava che nessuno lo notasse”.
E’ sicuro che non ha rimpianti legati all’ultima esperienza?
“Si è deciso di non proseguire alla fine della stagione in cui abbiamo giocato i play off, e non possiamo neppure parlare di esonero. I veri rimpianti della mia carriera sono altri. Mi riferisco a Pisa e Trieste, quando sono stato sollevato dall’incarico nonostante la squadra fosse in entrambi i casi a pochi punti dal primo posto”.
Come sta vivendo questo momento?
“Aspetto. E aspettare non è cosa facile. Ma se dovesse capitare l’opportunità giusta…”