Riceviamo e pubblichiamo una nota della “Rete Ambientalisti e Animalisti Beneventani”: Ancora una brutta storia di mancanza di umanità e attenzione verso gli animali da parte della città di Benevento: questa volta, ad essere coinvolto, è il “salotto buono” della città, ossia la parte alta del Corso Garibaldi, via Manciotti.
La ricostruzione del fatto: già nelle giornate di venerdì 12 e sabato 13 Aprile, alcuni residenti della strada che si occupano di una piccola colonia felina, avvistano un gattino sul perimetro del muro diroccato di uno stabile fatiscente (proprietà della Curia), non messo in sicurezza.
Partono le telefonate ai vigili del fuoco e alla polizia municipale che intervengono nella giornata di domenica per cercare di mettere il salvo l’animale. Il tetto fatiscente e pericolane dell’edificio, però, non permette il facile intervento del 115 che, dopo svariate peripezie, riesce ad accedere al sottotetto dello stabile e lasciare lì acqua e cibo per il povero animale. La situazione però non si rivolve, il gatto continua a piangere disperato e non riesce a tornare “a terra” (lo strapiombo è di circa 30 metri). Viene però individuato dai residenti e dalle forze dell’ordine, un appartamento privato con accesso diretto ad un terrazzo comunicante con i tetti del rudere; e, a questo punto, il racconto si fa davvero surreale. Contattati i proprietari dell’appartamento, questi, prima dichiarano di non poter accedere all’appartamento perché privi delle chiavi del terrazzino fino all’indomani. Agli stessi vigili viene dichiarata la mancanza delle chiavi. L’indomani la storia cambia: le chiavi ci sono ma il terrazzo è inagibile, per cui nessuno può accedervi tranne le forze dell’ordine. Le associazioni animaliste, in concerto con altri residenti di via Manciotti, richiedono un nuovo intervento del 115. I proprietari negano l’accesso, asserendo di avere problemi di non agibilità.
Ad oggi sono passati sei giorni e dell’animale, non vi è traccia. Neanche il suo pianto squarcia il silenzio del vicolo “in” di Benevento. Il cibo posizionato nel sottotetto del rudere è rimasto intatto, la porta del terrazzo, con i suoi vasi di piante a incorniciarne il perimetro, rimane serrato.
Il gatto potrebbe essere ancora vivo: in agonia o potrebbe essere morto. Non lo sapremo mai se quella porta rimane chiusa: con la presente richiediamo una mobilitazione della città, quella parte della città che ancora conserva la sua umanità, a richiedere di consentire l’immediato accesso ai volontari e alle forze dell’ordine sul terrazzo per avere la possibilità di salvare l’animale, intrappolato dai muri degli edifici, e da quelli del cuore, di una città che perde, ancora una volta, la sua possibiità di crescere umanamente ed eticamente.