Che potesse scatenarsi un polverone era cosa certa, in fondo la fede è terreno scivoloso sul quale è facile cadere quando ci si lancia in affermazioni che possono essere travisate o interpretate. Peggio se accade in un ‘tribunale’ come quello dei social nel quale uno scritto asettico e senza emozioni si presta a qualsivoglia significato.
E Mara Franzese, questa mattina, è scivolata provando ad aggrapparsi, poi, a una spiegazione che, comunque, ha convinto poco il tribunale dei social. L’associazione ‘Cena in Bianco’ – ‘Riti Settennali’ mal si concilia se l’opinione personale deve diventare difesa di un evento pubblico e se mette a confronto il profano col sacro. Ecco, la consigliera comunale e presidente della Commissione Cultura, questa mattina ha fatto la commistione impossibile.
“Anziché criticare la CENA IN BIANCO – recita il post mattutino – nel 2024 io mi preoccuperei più del fatto che ogni sette anni continui a ripetersi il RITO DEI BATTENTI, come se fossimo nel Medioevo. Iniziamo ad amare un po’ di più la vita che ci è stata data, perché a volte il petto ce lo trafiggiamo comunque senza ragione. Avere FEDE è un’altra cosa. Piuttosto, credo sia dovuto ricordare a chi si professa Cattolico, che tra i concetti fondamentali c’è l’amore verso il prossimo; e che, secondo il catechismo, TUTTI GLI UOMINI SONO UGUALI: HANNO LA STESSA NATURA E LA STESSA ORIGINE. E allora smettiamo di professarci credenti se non ragioniamo in virtù di questo principio fondante. Perché altrimenti potremo anche indossare pubblicamente il cilicio, ma intimamente resteremo marci e quelle spine dentro non ce le toglierà nessuno”.
Apriti cielo, una selva di commenti e una reazione popolare che, pare, abbia sorpreso la Franzese che ha pensato di correre ai ripari provando a mettere la pezza che, come spesso accade, non aiuta a coprire il buco che, intanto, si è allargato in maniera smisurata.
“Siccome da alcuni commenti all’ultimo post, percepisco che è stato frainteso il senso delle mie parole, cui è stata probabilmente data una immeritata risonanza – questo il secondo post – mi preme sottolineare qui che, naturalmente, l’intento non era di certo quello di paragonare la Cena in Bianco di Benevento ai riti settennali di Guardia Sanframondi, per i quali, pur non condividendone la visione, porto il rispetto che meritano, in quanto espressione di Fede, Cultura e Tradizione. Il proposito voleva essere, meramente, quello di esprimere il mio modo di vivere la Fede e di essere Cattolica, quale mi professo, per i valori profondi che la mia famiglia e, soprattutto, mio nonno, mi hanno trasmesso”.
Ormai il danno è stato fatto, difficile rimettere le cose a posto. La reazione della politica è stata immediata con la richiesta di dimissioni della Franzese che rappresenta una commissione come quella della Cultura e i Riti Settennali sono manifestazione culturale, condivisibile o meno, questo è un aspetto personale e non di rappresentanza pubblica.
Probabilmente Mara Franzese non sarà aiutata dalla mano tesa dal sindaco Mastella che ha commentato la cosa schierandosi al fianco dei Riti ma, allo stesso tempo, provando a smorzare la polemica politica definendo l’uscita della Franzese come “opinioni personali che restano libere anche se non condivisibili, quando non impegnano minimamente le istituzioni e non hanno nessun fine politico”.
Insomma, un problema della Franzese che non deve toccare l’amministrazione, questo il sunto del Mastella pensiero. Resta solo un piccolo dubbio: se il presidente della commissione cultura difende, per opinione e gusto personale, un evento pubblico (una cena in bianco) a scapito di uno strettamente culturale (gli antichissimi riti settennali), quale è la sua idea di cultura?