di Valentina Scognamiglio
“Non smettete di portare i vostri bambini a teatro, manca una generazione di artisti” è l’esortazione di ieri sera del soprano Katia Ricciarelli, nonché regista della ‘Tosca’, primo di quattro spettacoli della stagione Lirica al Teatro Romano. Arte sempre difficilmente apprezzata, soprattutto negli ultimi anni in cui si è di molto perso l’amore e l’interesse verso un genere musicale che però ci invidiano e se ne appropriano tanti in tutto il mondo. La rappresentazione dell’opera ha riportato ancora una volta in vita la triste storia d’amore fra Tosca e Mario Cavaradossi, interpretati rispettivamente da Diana Bucur, la cui voce ha coinvolto ed incantato il pubblico e Francesco Anile che, con una performance intensa e appassionata, ha dato filo da torcere a quel furioso Barone i cui panni sono stati vestiti da Alberto Mastromarino. L’orchestra diretta da Leonardo Quadrini, ha saputo trasmettere tutta la ricchezza e la complessità della partitura di Puccini. Anche il coro ha completato l’ensemble con una performance impeccabile che ha contribuito a immergere ancor di più gli spettatori in una trama così romanticamente lontana. In un contesto storico come quello del Teatro Romano, che ha aggiunto un ulteriore strato di profondità alla rappresentazione, la ‘Lirica al Teatro Romano’ si conferma come un appuntamento di grande rilevanza, soprattutto ora che il Melodramma Italiano è stato dichiarato Patrimonio Unesco. Così, l’esortazione della Ricciarelli acquista ancora più valore perché vedere morire lentamente un’espressione artistica nata qui, in quello che ormai un tempo poteva essere chiamato il Bel Paese, proprio ora che ha avuto il giusto riconoscimento a livello mondiale sarebbe davvero un peccato. E poi, cosa c’è di più bello di vedere col buio e le stelle spettacoli antichi in un posto ancor più antico che rende ancor più magica ogni rappresentazione che ospita, rendendola viva e avvincente come se lo spettatore fosse catapultato in dietro nel tempo?