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La storia della Festa dell’Uva di Solopaca è una di quelle vicende che meritano di essere raccontate, o meglio, di essere ricordate e celebrate. Una storia di tradizioni che si rinnovano, di generazioni che si incontrano, di un paese che sa trasformare l’ordinario in straordinario.
L’origine della festa serba un carattere religioso e propiziatorio, legato alle antiche tradizioni della viticoltura e profondamente radicato nella spiritualità cristiana del XVIII secolo, periodo in cui veniva celebrata la Festa dell’Addolorata e venivano raccolti doni – principalmente grappoli d’uva – trasportati su carri addobbati con gran cura e devozione. Il ricavato della vendita di questi doni andava poi a sostenere le opere di carità della Comunità.
Ripresa nel 1978 dopo un lungo periodo di sospensione, la Festa dell’Uva è ormai divenuta l’imprescindibile appuntamento che ha fatto conoscere Solopaca in tutto il Paese, sia per il suo vino pregiato che per i suoi spettacolari carri allegorici, decorati con migliaia di chicchi d’uva e simbolo della creatività e dell’abilità dei maestri artigiani carraioli del centro sannita. Mani che per lunghi mesi creano, modellano la cartapesta, dipingono, incollano le uve con una precisione e una passione che solo l’amore per la tradizione può spiegare.
Sì tratta infatti di vere e proprie opere d’arte, splendidamente ricche di dettagli, ciascuna ispirata a un tema ogni volta diverso: l’edizione 2024 verrà dedicata al mondo del cinema. L’uva si afferma così come la reale protagonista della festa, e ciascun chicco diviene un piccolo tassello di un mosaico grandioso.

A Solopaca è dunque tempo di celebrare la 45esima edizione della Manifestazione, che – organizzata dal Comune di Solopaca, dalla Pro Loco, dalla Cantina Sociale, dall’Associazione Maestri Carraioli e dall’Associazione Commercianti – prenderà il via il prossimo 6 settembre e si concluderà il 10.
Il clou della Festa è previsto per il giorno 8 settembre, data in cui si terrà la tanto attesa sfilata dei carri e del corteo storico: dame e cavalieri, contadini e nobili che in abiti d’epoca riporteranno in vita un passato che è ancora vivo nei cuori di tutti.
E poi c’è il vino, quel nettare prezioso che ha reso famoso il nome di Solopaca oltre i confini regionali. Ad ogni tintinnio dei bicchieri colmi del prezioso liquido non corrisponde soltanto un brindisi, ma un gesto che racchiude secoli di storia. È il doveroso omaggio alla vite, simbolo di lavoro, di speranza e di prosperità.
La Festa dell’Uva di Solopaca è quindi molto più di un evento folkloristico: è un’esperienza che unisce tradizione e innovazione, spiritualità e cultura, vino e arte. E Solopaca invita tutti a far parte di una storia che, anno dopo anno, continua a crescere e a fiorire, proprio come le viti che abbracciano dolcemente le colline di queste terre.

Il programma completo: