Benevento – Ormai il risultato parla chiaro, la Forza e Coraggio ha dovuto dire addio all’Eccellenza a un anno di distanza dal ritorno nel massimo campionato regionale. Cambiati due allenatori e squadra in mano ad Alfredo Santamaria, tecnico alla prima esperienza tra i grandi, con tanta voglia di imparare e di mettersi in gioco per iniziare il proprio percorso.
Un’esperienza formativa per lui che di errori ne commette, ovviamente, ma che ha bisogno anche di questi per riuscire, un giorno, ad evitare di sbagliare. Di sicuro ci sta mettendo grande impegno, di sicuro si sta mettendo in gioco, di sicuro non ha paura di fare scelte che possono sembrare anche impopolari, prendendosene responsabilità e conseguenze. Il premio a questo atteggiamento non è certo dato dai punti, quelli non arrivavano neanche prima, con allenatori diversi, di nome, più formati e dal curriculum più altisonante. E non arrivano adesso.
Ciò che c’è di certo è che la squadra, al netto di tutte le sue carenze, scende in campo con qualche idea e soprattutto con la voglia di non regalare nulla a nessuno. Insomma, chi affronta la Forza e Coraggio già retrocessa, non trova un’avversaria pronta a lasciare i tre punti ma una squadra che dà tutto per cercare di fare comunque risultato. E se n’è accorto il Lions Mons Militum ieri pomeriggio a Ponte. Gli irpini hanno sì vinto, ma non è stata così facile come poteva sembrare. E questo merito va dato ai beneventani.
“Volevo ringraziare i giocatori per l’impegno di ieri, la determinazione e l’applicazione tattica – così inizia mister Santamaria. Abbiamo giocato contro una squadra organizzata, che doveva vincere che ha fatto vedere il suo valore nonostante avesse qualche defezione importante e i complimenti ricevuti danno solo respiro a quelle che sono le mie idee. E solo grazie alla squadra che siamo riusciti a giocarci comunque la partita a viso aperto e senza paura e per me che sono un neofita è un grande orgoglio personale”.
Insomma, al di là dei risultato, vanno comunque ringraziati i protagonisti in campo a prescindere dai nomi specifici. Ognuno ha dato il suo contributo, ognuno ha messo quello che poteva, anche in ruoli non propriamente naturali.
“Un plauso devo farlo alla squadra soprattutto per come si sono applicati nella fase di non possesso. Siamo stati capaci di effettuare scaglionamenti e movimenti che non hanno permesso ai loro sviluppi di prendere forma. E soprattutto c’è stato un grande equilibrio e una grande concentrazione che ci ha permesso di mantenere le distanze sempre precise. Infine va fatto anche un applauso ai giocatori più esperti ai quali avevo chiesto di darmi e darci una mano in campo e questo è successo”.