Avrebbe chiesto il pizzo e prestato soldi con tassi di interesse da usura ai migranti che accoglieva. Per questo motivo è finito a processo don Giuseppe Giuliano, 59 anni di Cimitile, ed ex parroco della parrocchia di San Biagio di Limatola in provincia di Benevento. Imputato nel processo, oltre al prete, anche Mario Caserta, 52 anni, di Limatola. Il prete è sotto la lente delle autorità giudiziarie dal 2014, quando la polizia entrò nella sua parrocchia per alcune perquisizioni, contestandogli i reati di estorsione e usura, realizzate avvalendosi della “esperienza” di alcuni pregiudicati. Al parroco vennero sequestrati beni per un milione di euro, in quanto “ritenuto soggetto abitualmente dedito a delinquere ed a vivere, almeno in parte, dei proventi delle proprie attività illecite”.
Il sacerdote era stato smascherato grazie alla trasmissione televisiva “Le Iene”. Don Giuseppe avrebbe affittato, anche a prezzi esorbitanti, appartamenti e negozi in nero minacciando lo sfratto per gli inquilini morosi o arrivando addirittura a staccare la corrente per gli inadempienti. Durante le indagini, inoltre, gli investigatori hanno raccolto le testimonianze di alcuni extracomunitari che vivevano nelle sale parrocchiali e in alcune case a disposizione della parrocchia. Tutte, ovviamente, senza contratto di affitto. Quando non pagavano, poi, scattava la repressione del parroco: “Spesso – scrivono gli investigatori – i migranti “avevano dovuto sottostare alle pretese del parroco e alle sue ritorsioni, a seguito del ritardo nel pagamento dei canoni di fitto”. Come lasciarli senza corrente elettrica durante capodanno. Inoltre, la Guardia di Finanza durante i controlli, aveva anche evidenziato una sproporzione tra il reddito dichiarato del prete e la sua reale situazione. Al parroco vennero sequestrate 13 auto (di cui 7 d’epoca), una casa di pregio a Napoli. Il sequestro ha un valore di 1 milione di euro. Impegnati nel processo gli avvocati Giuseppe Dessì, Mauro Iodice e Marco Argirò.
Questa mattina in aula c’è stato l’affidamento dell’incarico per la trascrizione delle intercettazioni telefoniche che hanno supportato il lavoro investigativo. Poi le richieste del Pm per l’esame dell’imputato e delle persone offese. Infine le richieste della difesa con l’ammissione alla lista dei teste e il controesame del teste del pm. Dopo le richieste, il giudice ha nominato il perito e fissato la prossima udienza per il prossimo 8 giugno.