Baselice (Bn) – Tappa numero due di questa inchiesta che ha visto le telecamere di Anteprima24 battere le strade di Baselice. Un viaggio dedicato alla colata di fango nel fiume Cervaro che sarà oggetto di indagini e analisi per appurare eventuali responsabilità.
Per arrivare in prossimità di questo luogo, sottoposto a sequestro, c’è stato bisogno di attraversare una zona già osservata tempo fa e lo stupore è stato grande. La situazione era diventata ancora più critica. Canali di scolo che non sono garanzia di corretto funzionamento, strade ancora più distrutte, strutture mastodontiche che sollevano qualche perplessità.
Una in particolare ha colto l’attenzione. Quella che a gennaio era solo allo stato embrionale, a ottobre ha preso vita. Nel luogo sbagliato, a una ventina di metri dalla strada e con la pala che, nella sua massima estensione, arriva fino al campo opposto.
Non è difficile capire quanto sia pericolosa una situazione del genere. La stradina è battuta da lavoratori, auto di privati e mezzi che portano i bimbi a scuola.
Un guasto meccanico, neve che si deposita sulla pala, oppure ghiaccio: insomma non è difficile ipotizzare cosa possa accadere se qualcosa cade da un centinaio di metri sulla propria testa.
Qualcuno obietterà: quella strada non doveva essere lì, ma spostata. Il problema è che si trova in quella zona da una cinquantina di anni, il palo è stato pensato, progettato e creato successivamente. Possibile che nessuno abbia calcolato l’area di azione delle eliche? Possibile che nessuno si sia accorto che puntavano dritto sulla strada?
Una cosa è certa, emerge una cattiva gestione dell’eolico nel Fortore. E comincia ad emergere anche l’assenza di una Regione che sta dando un significato ben preciso al concetto di area interna, almeno per quanto riguarda l’area fortorina: sfruttarla e saturarla senza cognizione di causa. Ma di questo ne parleremo nella terza e ultima parte dell’inchiesta.
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